Il PIL in Italia cresce più dell’Eurozona nonostante l’energia
Ad aprile torna a salire inflazione energia: +16,7% (+10,8% a marzo) a fronte del +2,5% in Eurozona. Deficit energetico di 110,4 miliardi euro

Un segnale di resilienza dell’economia e del sistema delle imprese arriva dai dati sulla dinamica del PIL pubblicati da Eurostat venerdì scorso. Nel primo trimestre 2023 il PIL in Italia cresce dello 0,5% rispetto al quarto trimestre 2022, a fronte del +0,1% di Eurozona, del +0,2% della Francia e della crescita zero della Germania. Nell’arco degli ultimi dodici mesi, caratterizzati dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia a da una violenta crisi energetica, il PIL in Italia sale dell’1,8% su base annua, a fronte del +1,3% dell’Eurozona, facendo meglio del +0,8% della Francia e del -0,1% della Germania. Questa performance è particolarmente apprezzabile nonostante su famiglie e imprese italiane vi sia stata una maggiore crescita dei prezzi dell’energia: +26,6% a fronte del +10,0% dell’Eurozona.

L’inflazione energetica rialza la testa – I dati sull’inflazione pubblicati oggi indicano un interruzione della discesa dell’inflazione, causata dall’accelerazione dei prezzi dell’energia che ad aprile 2023 salgono del 16,7% a fronte del +10,7% di marzo. In Eurozona l’inflazione energetica torna in territorio positivo, segnando un +2,5 %, dopo il -0,9 % di marzo: nel dettaglio del maggiori paesi Ue segna un +9,4% in Germania (era +6,1% a marzo) e un +7,3% in Francia (era +5,2% a marzo). Con il calo dei prezzi all’import si riduce anche la bolletta energetica, che comunque rimane di dimensioni straordinarie: a febbraio 2023 il saldo import-export di energia annualizzato è di 110,4 miliardi di euro, a fronte dei 111,4 miliardi di gennaio 2023 e dei 58,1 miliardi registrati un anno prima (+90,1% in dodici mesi).

Salgono investimenti e occupazione – Altri segnali statistici sottolineano la forza del sistema delle imprese italiane. Nonostante la pesante stretta monetaria, le imprese italiane hanno continuato ad investire: nel 2022 gli investimenti sono saliti del 9,4%, un ritmo più che doppio del +4,0% dell’Ue a 27; il ritmo di accumulazione di capitale in Italia è decisamente migliore del +2,2% della Francia e del ristagnante +0,4% della Germania. La tenuta della domanda per investimenti è tutta determinata dalle imprese, a fronte del calo dell’1,1% degli investimenti pubblici.

Anche la domanda di lavoro è caratterizzata da un marcato dinamismo, in particolar modo per il lavoro stabile. A febbraio 2023 gli occupati salgono di 352mila unità in 12 mesi, crescita sostenuto dalla componente del lavoro dipendente permanente (+515mila). Tale dinamica è sostenuta dalle micro e piccole imprese, un segmento a cui si riferisce meno della metà (48,9%) dei dipendenti ma che, secondo le ultime previsioni di Unioncamere-Anapal, determina i due terzi (65,9%) delle entrate di lavoratori previste nel trimestre aprile-giugno 2023.

Le criticità – La ripresa del mercato del lavoro potrebbe essere compromessa dalla crescente difficoltà di reperimento del personale che ad aprile 2023, sempre sulla base dei dati Unioncamere-Anapal, è salita al 45,2%, quasi cinque punti in più rispetto al 40,4% di un anno prima, addirittura venti punti in più del 26,5% del 2019.

A fronte di una mancata discesa dell’inflazione di fondo in Eurozona, nella seduta di giovedì prossimo la Bce potrebbe accentuare la stretta monetaria, la quale si sincronizza con una severa politica fiscale: il sentiero di riduzione del deficit delineato nel DEF 2023, necessario per ridurre il peso del debito, colloca l’indebitamento netto al 4,5% del PIL per quest’anno, al 3,7% https://www.quotidianoenergia.it/module/news/page/entry/id/489581nel 2024, per arrivare sotto il limite dei trattati europei (2,5%) nel 2026. Sarà difficile spostarsi da questa traiettoria, considerato che la riforma delle regole di governance economica dell’UE presentata dalla Commissione europea mercoledì scorso prevede, tra l’altro, un aggiustamento di bilancio minimo dello 0,5% del PIL all’anno.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 2 maggio 2023