Il puzzle di tassi, inflazione e credito, mentre tarda a sgonfiarsi la bolla dei prezzi elettrici

Nel 2023 prezzi all’ingrosso tornati sui livelli del 2021 ma al consumo ancora a +93% (+34,6% in Uem). Con caro-tassi -11,9% prestiti energia e utilities

A che punto siamo su inflazione e prezzi dell’energia? Quando cambierà l’intonazione restrittiva della politica monetaria della BCE? Riusciranno le imprese a gestire la transizione green e digitale con tassi elevati e credito rarefatto? Difficile trovare le risposte nell’attuale situazione di incertezza, ma esaminiamo alcune tendenze in corso per avere elementi di valutazione, almeno nel breve periodo.

A gennaio 2024 l’inflazione in Italia scende al +0,9% mentre è al +2,8% in Eurozona. Sul rallentamento della crescita dei prezzi pesa l’effetto statistico di calcolo della variazione rispetto ai livelli elevati di un anno prima, sostenuti dal deragliamento dei prezzi dell’energia dell’estate del 2022. Secondo le previsioni pubblicate giovedì scorso dalla Commissione europea, l’inflazione in Italia tornerà a salire nel corso di quest’anno, passando dall’1,0% dell’ultimo trimestre 2023 al +2,5% nell’ultimo trimestre del 2024. Appare incerto che, sulla base di queste tendenze, ci sia una decisa riduzione dei tassi da parte della Bce in grado di sterilizzare in modo significativo l’incremento dei costo del finanziamento delle imprese. A dicembre 2023 il costo del credito in Italia è del 5,51% e, pur segnando una riduzione di 13 punti rispetto a novembre, risulta superiore di 195 punti base rispetto un anno prima e di 390 punti base rispetto a giugno 2022, mese precedente all’avvio della stretta monetaria. A fronte del caro-tassi cede la domanda di credito: a dicembre 2023 i prestiti delle imprese scendono del 4,9% su base annua, con una flessione a doppia cifra (-11,9%) nel comparto di energia e utilities, di pressoché uguale intensità per i comparto di energia elettrica e gas (-12,0%) e per quello di acqua e rifiuti (-11,5%).

In parallelo, la bolla dei prezzi dell’energia elettrica pagati da imprese e famiglie si sta sgonfiando lentamente. Nel 2023 il prezzo medio all’ingrosso dell’energia elettrica è ritornato sul livello del 2021, mentre i prezzi dell’elettricità rimangono del 93,0% al di sopra dei livelli pre-crisi energetica, un divario ampiamente superiore al +34,6% dell’Eurozona, al +34,5% della Germania e al +21,2% in Francia. Il divario diventa negativo in Spagna, dove i prezzi del 2023 risultano inferiori del 19,8% rispetto alla media del 2021.

Una stretta monetaria eccessivamente prolungata si sincronizzerebbe con una politica fiscale restrittiva – che dovrà procedere alla riduzione del deficit di bilancio imposta dalla riattivazione delle regole del Patto di stabilità e crescita – e con il depotenziamento della ripresa del commercio internazionale determinato dalla crisi in Medio Oriente. Nel focus dedicato alla crisi dalla Commissione europea si indica che transita attraverso il Mar Rosso il 12% del commercio mondiale, il 30% delle spedizioni di container, il 12% del petrolio trasportato via mare e l’8% del GNL trasportato via mare. A febbraio 2024 – media primi 13 giorni – il volume di merci in transito attraverso il Canale di Suez scende del 60,2% rispetto a novembre 2023, mentre il volume delle merci transitate per il Capo di Buona Speranza è salito del 44,1%, con un forte incremento dei costi del trasporto navale che si trasmette ai prezzi dei beni importati. Un esercizio previsivo dell’Ufficio parlamentare di bilancio valuta che queste turbolenze possano avere un impatto sull’inflazione di 0,3 punti percentuali nel periodo 2024-25. Persistono i rischi per il sistema del trasporto e logistica portuale che, nelle provincie dei principali porti per movimentazione di merci via Mar Rosso, interessa 13 mila imprese, di cui 8mila dell’autotrasporto merci. La Commissione europea indica che un’ulteriore escalation della crisi determinerebbe un chiaro rischio per le prospettive economiche, in particolare se il conflitto interrompesse le forniture energetiche, determinando un’impennata dei prezzi del petrolio e del gas. Per ora, l’eccesso di offerta sui mercati internazionali, le scorte elevate e la domanda debole contiene la dinamica dei prezzi delle commodities energetiche.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 20 febbraio 2024