
Import Gnl Usa, in sette mesi +152,6%
Già prima dell’accordo sui dazi, gli Stati Uniti hanno superato il Qatar diventando il primo fornitore italiano di gas liquefatto. L’analisi dei dati Istat e Eurostat
L’accordo sui dazi, messo nero su bianco il 21 agosto scorso, prevede l’acquisto di 250 miliardi di dollari all’anno da parte dei paesi dell’Unione europea di prodotti energetici dagli Stati Uniti, che comprendono gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti energetici nucleari, equivalenti a 221 miliardi di euro, un target molto ambizioso (QE 16/9).
L’analisi degli ultimi dati di commercio estero evidenzia che già prima della chiusura dell’accordo USA-UE le forniture di GNL dagli Stati Uniti hanno subito una forte accelerazione.
L’analisi del bilancio del gas del Mase indica che nei primi otto mesi del 2025 la crescita del volume del gas importato del 3,7% su base annua è tutta sostenuta dagli acquisti dall’estero di GNL (+35,0%) a fronte di un calo del 6,6% dell’import via gasdotto, con una forte riduzione dell’arrivo di gas a Gela (dalla Libia) e a Tarvisio (dalla Russia). Quasi i tre quarti (72,9%) dell’incremento dei volumi di GNL importato sono determinati dall’immissione in rete dal rigassificatore di Livorno. Da maggio 2025 è attivo anche il punto di ingresso della nave rigassificatrice BW Singapore ormeggiata al largo di Ravenna.
L’esame dei flussi del commercio estero dell’Istat mostra che nei primi sette mesi del 2025 il valore del GNL importato è stato pari a 4,8 miliardi di euro, in aumento del 78,8% rispetto ai 2,7 miliardi del corrispondente periodo del 2024. Poco meno dei due terzi (63,4%) dell’incremento deriva dagli acquisti dagli Stati Uniti che salgono a 2,2 miliardi di euro di import, in crescita del 152,6% su base annua, superando il Qatar che nel periodo in esame vende all’Italia 1,6 miliardi di euro GNL, con un aumento del 43,4% su base annua.
Sulla base dei dati Eurostat, disponibili per i paesi che non hanno indicato una confidenzialità statistica sull’import di gas, l’Italia è il quarto importatore europeo di GNL dagli Stati Uniti, dietro a Paesi Bassi con 4 miliardi di euro di import nei primi sette mesi del 2025, Francia con 4,3 miliardi e Spagna con 2,5 miliardi. Tra i quattro maggiori paesi importatori l’Italia segna l’incremento maggiore (come anticipato, del +152,6%), davanti a quello di Spagna (+149,0%), Francia (+94,9%) e Paesi Bassi (+20,1%). Nel complesso dei paesi Ue l’import di GNL dagli Stati Uniti sale del 63,3%.
Le modifiche delle quote sul mercato del GNL spostano gli equilibri complessivi della geopolitica dell’energia disegnati dai flussi delle importazioni. Nonostante nei primi sette mesi del 2025 sia scesa di 2,4 punti la quota degli USA nell’import di petrolio greggio, gli Stati Uniti d’America detengono l’11,3% dell’import complessivo di petrolio greggio e gas, risultando il quarto paese fornitore, e registrano il maggiore aumento della quota, che sale di 2,5 punti percentuali rispetto a quella del 2024. In termini di maggiore variazione della quota, seguono la Norvegia che, con un peso del 7,4% nel 2025, sale di 2,2 punti percentuali rispetto al 2024, il Qatar che, con una quota del 5,7%, sale di 1,4 punti percentuali e il Brasile che, con una quota del 1,7%, sale di 1,1 punti percentuali. All’opposto si registrano le perdite di peso più rilevanti per Kazakistan che, detenendo una quota del 7,0%, segna una diminuzione di 0,9 punti percentuali rispetto al 2024, Algeria che, con una quota del 19,1%, perde anch’essa 0,9 punti percentuali, Iraq che, con una quota del 2,7%, perde 1,9 punti percentuali e la Federazione russa che si avvicina all’azzeramento delle forniture energetiche, con la quota che scende allo 0,8% nel 2025, con una perdita di 3,4 punti percentuali rispetto al 2024.
Nel complesso l’Italia negli ultimi dodici mesi a luglio 2025 importa petrolio greggio e raffinato e gas naturale liquido per 5,3 miliardi di euro, un importo ancora molto lontano dal target previsto dell’accordo sui dazi di questa estate, che per l’Italia potrebbe valere 29,5 miliardi di euro, applicando la relativa quota sul totale UE a 27 dell’import oil e gas extra UE.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia dell’11 novembre 2025
