Imprese e famiglie italiane più colpite in Ue dalla crisi energetica
Prezzi elettricità piccole imprese +44,6% rispetto Ue, più del doppio rispetto alla Francia. Per famiglie caro energia di 1.348 euro all’anno, +490 euro in più rispetto alla media Ue

La crisi energetica iniziata nel 2021 ed esplosa dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia manifesta ricadute più pesanti su imprese e famiglie italiane.
Una escalation dei costi dell’energia più marcata amplia il gap di competitività delle imprese italiane. L’analisi dei dati rilevati della Commissione europea sui mercati energetici evidenzia che nel terzo trimestre 2022 il prezzo dell’elettricità pagato da una piccola impresa italiana è il più elevato tra i 27 paesi dell’Ue, risultando superiore del 44,6% alla media europea, del 58,0% superiore a quello di una impresa spagnola – i prezzi tedeschi non sono rilevati – e più che doppio (+105,8%) rispetto a quello pagato da una piccola impresa francese.
In chiave dinamica, l’ultimo report trimestrale di analisi del sistema energetico italiano dell’Enea evidenzia che nel terzo trimestre 2022 i prezzi dell’energia elettrica per i consumatori non domestici consolidano la crescita rispetto al trimestre precedente, indicando che “su base annuale l’aumento è però estremamente rilevante, con punte dell’87% circa per le utenze più piccole.”
Secondo le analisi di Confartigianato nel 2022 il costo dell’elettricità per le micro e piccole imprese (MPI) è aumentato di 18 miliardi di euro rispetto all’anno precedente mentre il costo del gas è cresciuto di 5,9 miliardi di euro. Nel complesso, quindi, il caro-bollette per i piccoli imprenditori vale 23,9 miliardi di euro, con un incremento che pesa per il 6,1% del valore aggiunto creato dalle imprese fino a 49 addetti.
Lo stress sui costi e il divario di competitività per le MPI italiane potrebbe peggiorare nell’ultimo trimestre dell’anno, in un contesto in cui a dicembre 2022 in Italia i prezzi al consumo dell’energia, salgono del 65,1% (con un lieve rallentamento rispetto al 68,1% a novembre) a fronte del 25,7% dell’Eurozona, dove sono in forte discesa (era 34,9% di novembre), mentre l’inflazione energetica negli Stati Uniti si ferma al 7,3%. Nel confronto tra i 27 paesi Ue l’Italia è al primo posto sia per tasso di inflazione energetica che per tasso di crescita del prezzo dell’energia elettrica. Quest’ ultimo, sempre a dicembre 2022, si colloca al 165,4% (in decelerazione rispetto al +174,8% di novembre e al +199% di ottobre), a fronte del +32,3% della media Ue, del +27,0% della Germania e del +7,3% della Francia.
La differente evoluzione dei prezzi dei beni energetici genera ricadute più pesanti anche per le famiglie italiane. Nel 2022 l’impatto della crescita dei prezzi di elettricità, gas e carburanti si misura in un aumento della spesa media annuale di beni energetici di 1.348 euro – in termini relativi pari ad un aumento del 53,1%, ampiamente superiore al 33,8% della media. La maggiore inflazione energetica determina un extra costo annuale di 490 euro rispetto agli 858 euro di aumento che la famiglia italiana avrebbe subito registrando la stessa crescita dei prezzi medi europei. L’intero maggiore aggravio rispetto al trend europeo arriva dall’elettricità con +496 euro, mentre il maggiore costo di 88 euro per il gas è più compensato dalla minore spesa di 94 euro per i carburanti.

Imprese ed energia, 31 gennaio 2023