Imprese nell’Età del chilowatt-oro
Le ricadute della crisi energetica in corso al centro del 17°Rapporto annuale Confartigianato: sulle micro e piccole imprese caro-bollette pesa per 23,9 miliardi di euro

Ad ottobre i prezzi dell’energia salgono del 26,9% rispetto al mese precedente, spinti dall’elettricità (+59,1% rispetto settembre), con il tasso di inflazione energetica su base annua che balza al 71,7%, superando il 45,0% di settembre e collocandosi ben 30,2 punti percentuali sopra il 41,5% dell’Eurozona, che colloca l’Italia al 2°posto in Ue a 27, dietro solo ai Paesi Bassi (+99,7%). I temi legati alla crisi energetica in corso sono al centro del 17° Rapporto annuale predisposto per l’Assemblea di Confartigianato tenuta oggi a Roma e a cui è intervenuta il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il forte aumento dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali, associato al rafforzamento del dollaro sui mercati valutari, ha dilatato ‘la fuga di PIL’ mediante il canale del commercio estero. A settembre le importazioni di energia balzano a 130,4 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi – pari a 2.212 euro all’anno per abitante – con un aumento del 177,3% rispetto a dodici mesi precedenti, mentre la bolletta energetica arriva a 104,0 miliardi di euro, toccando il massimo del 5,4% del PIL, con un peggioramento di 2,4 punti dopo l’invasione dell’Ucraina e di 3,5 punti nell’arco di dodici mesi. In dodici mesi l’import di energia si è dilatato di 83,4 miliardi di euro, segnando un aumento addirittura del 177,3%

La ricaduta della corsa dei prezzi dell’energia sui bilanci di imprese e famiglie è di entità straordinaria. Nel Rapporto si stima che nel 2022 il costo dell’elettricità per le MPI aumenta di 18,0 miliardi di euro rispetto all’anno precedente mentre il costo del gas aumenta di 5,9 miliardi di euro. Nel complesso, il caro-bollette per le micro e piccole imprese vale 23,9 miliardi di euro, un incremento che pesa per il 6,1% del valore aggiunto creato dalle imprese fino a 49 addetti, costituendo un pesante impulso recessivo per il paese leader europeo per la presenza di micro e piccole imprese.

Una analisi settoriale sul peso della spesa per prodotti energetici sul fatturato individua quarantatré comparti più esposti al caro-energia in cui operano 881mila micro e piccole imprese, con 3 milioni 529mila addetti. Nel comparto dei trasporti pesa il decoupling tra prezzi della benzina e quello del gasolio: al 15 novembre il prezzo del gasolio per autotrazione, al netto delle tasse, è in salita del 63,3% su base annua, il doppio rispetto al +30,8% della benzina. Dall’inizio della guerra, il prezzo del gasolio cresce del 42,2% mentre quello della benzina si ferma al +14,9%.

Le tensioni di prezzo hanno portato al pettine i nodi delle politiche energetiche. In primis l’alta tassazione, con una aliquota di prelievo fiscale sull’energia del 51,1% superiore alla media dell’Unione europea a 27. Una tassazione elevata e che non rispetta il principio della legislazione ambientale europea ‘chi inquina paga’: in Italia si registrano emissioni per abitante del 27,0% inferiore a quelle della Germania, mentre si paga una tassazione energetica superiore del 67,9% rispetto a quella prelevata sui consumi di imprese e famiglie tedesche.

Nonostante il gravoso prelievo di oneri per finanziare le energie rinnovabili, l’Italia già nel 2021 è superata dalla Spagna per produzione di elettricità con il sole. Sul vitale apporto delle rinnovabili nell’attuale crisi del gas, pesa la siccità che ha determinato una riduzione del 37,6% della produzione idrica di elettricità. L’Italia, invece, rimane fortemente dipendente dal gas: negli ultimi dodici mesi a luglio 2022 il 53,9% dell’energia elettrica è prodotta con il gas, oltre trentatré punti superiore al 20,2% della media dei paesi avanzati europei. Nel 2022 la crescita delle importazioni di gas è determinato dal maggiore apporto di GNL verso i rigassificatori, a fronte dei flussi via gasdotto a ‘crescita zero’, con aumento dell’import da Algeria, Azerbaigian, Norvegia e Paesi Bassi, controbilanciato dal calo del gas proveniente da Russia e Libia. Sul gas, infine, uno dei paradossi della crisi energetica delineati dal Rapporto: l’aumento del 273,6% delle esportazioni di gas nei primi nove mesi del 2022.

 Imprese ed energia, 22 novembre 2022