Inverno 2022-23 di recessione tecnica
Rapido rallentamento dopo il trimestre estivo in cui l’Italia segna la migliore performance del Pil in Uem. Produzione manifatturiera a crescita zero nell’era dei lockdown energetici
Le previsioni della Commissione europea pubblicate venerdì scorso indicano una crescita del PIL del 3,8% nel 2022 e dello 0,3% nel 2023. Dopo aver segnato nel secondo trimestre 2022 la migliore crescita dell’Eurozona, dal quarto trimestre 2022 l’economia italiana, insieme con gli altri maggiori paesi dell’Ue, entra in recessione tecnica, con due cali congiunturali del prodotto consecutivi dello 0,3% nel quarto trimestre 2022 e nel primo trimestre 2023, mentre si delinea un recupero nella seconda metà dell’anno.
Alcuni segnali del rallentamento emergono anche dai dati congiunturali pubblicati nei giorni scorsi, con riverberi importanti sulla domanda e offerta di energia. La produzione manifatturiera tiene su base annua (+1,1% nei primi nove mesi del 2022), ma segna ‘crescita zero’ nel trimestre luglio-settembre 2022 rispetto al precedente, a fronte dell’aumento registrato in Francia (+1,4%) e in Germania (+0,4%). In calo i settori energy intensive di gomma, materie plastiche e altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-2,7%), legno, della carta e stampa (-2,9%), metallurgia e prodotti in metallo (-3,3%), raffinazione (-5,4%) e chimica (-7,0%).
In un’ottica di più lungo periodo va segnalato che la manifattura italiana sta meglio performando nel recupero post pandemia: tra il 2022, ultimi dodici mesi a settembre, e il 2019 la produzione delle imprese manifatturiere italiane sale dello 0,7%, a fronte del forte ritardo di Germania (-4,5%) e Francia (-4,6%).
Il deragliamento dei prezzi del gas – quelli alla produzione a settembre salgono del 212,5% su base annua – fa scivolare la manifattura in lockdown energetico, ormai pressoché conclamato: a settembre 2022 il consumo di gas della manifattura scede del 22,5% su base annua e nei primi nove mesi dell’anno si registra una riduzione del consumo del 12%. I dati provvisori di ottobre 2022 indicano una riduzione che supera il 28%, con un consumo che si colloca ampiamente al di sotto di quello di aprile 2020, il mese drammatico del lockdown causato dall’epidemia di Covid-19.
Frena anche l’edilizia, la locomotiva della ripresa post pandemia: nel trimestre giugno-agosto 2022 la produzione nelle costruzioni scende del 3,6% in termini congiunturali. Sul fronte di consumi, nel periodo luglio-settembre 2022 il volume delle vendite al dettaglio diminuisce dello 0,5% rispetto il trimestre precedente. In controtendenza, in estate segna un forte recupero il turismo: l’analisi dei dati della Banca d’Italia pubblicati venerdì scorso evidenzia che la spesa dei viaggiatori stranieri di giugno-agosto 2022 è salita dell’80,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Diamo ora uno sguardo al lato dell’offerta di energia. Nel trimestre luglio settembre 2022 l’indice della produzione di energia elettrica e gas scende del 3,4% rispetto al trimestre precedente, un calo più accentuato rispetto al -2,4% della Germania e al -1,7% della Francia. La produzione di elettricità in Italia, come è noto, presenta un uso intensivo del gas. L’analisi svolta su dati pubblicati dall’Agenzia internazionale dell’energia dell’Ocse, evidenzia che negli ultimi dodici mesi a luglio 2022, in Italia il 53,9% dell’energia elettrica è prodotta con il gas, oltre trentatré punti superiore al 20,2% della media dei paesi avanzati europei. Dall’analisi emergono altri elementi che caratterizzano la crisi energetica in corso. Nel corso del 2022, su base annua, è salito in modo diffuso l’uso del carbone, la cui quota in Germania sale al 31,5%, mentre è in diminuzione l’apporto del nucleare in Francia e in Germania. Sul fronte della produzione da rinnovabili, la siccità ha colpito più duramente la produzione idroelettrica in Italia e Spagna, facendo registrare un calo importante in Francia mentre la flessione è più contenuta in Germania. Cresce diffusamente la produzione da solare, con un dinamismo meno marcato in Italia, mentre la produzione con eolico sale in Germania e Italia.