La Bce taglia i tassi, ma restano le incertezze
Risalgono l’inflazione in Eurozona e il costo del credito, mentre scendono i prestiti. Prezzi retail elettricità ancora vischiosi rispetto al calo delle quotazioni all’ingrosso
Dopo due anni dall’avvio degli aumento dei tassi di riferimento, il Consiglio direttivo della BCE di giovedì scorso ha deciso una riduzione di 25 punti base, ma persiste un alone di incertezza sulle tendenze della politica monetaria. Si conferma la navigazione a vista dell’autorità monetaria europea, che nel comunicato del 6 giugno ribadisce quanto indicato l’11 aprile circa il mantenimento dei tassi di riferimento “su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario” a conseguire l’obiettivo i inflazione del 2%, confermando un “approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione, senza vincolarsi a un particolare percorso di riduzione“.
In relazione a tale approccio va osservato che il primo taglio dei tassi si è registrato dopo una risalita del tasso di inflazione nell’Eurozona (a maggio salita al 2,6% dal 2,4% di aprile) e contestualmente ad una revisione al rialzo delle prospettive di inflazione. Le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema indicano che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024 (era +2,3% nelle previsioni di marzo), al 2,2% nel 2025 (era +2,0% a marzo) e all’1,9% nel 2026 (come indicato a marzo). L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,8% nel 2024 (era +2,6% a marzo), al 2,2% nel 2025 (era +2,1% a marzo) e al 2,0% nel 2026 (come previsto a marzo).
Il taglio dei tassi dovrebbe ridurre la pressione degli oneri finanziari delle imprese: in Italia ad aprile 2024, dopo due cali consecutivi, è tornato a salire il costo del credito per le imprese che arriva al 5,39% (era 5,36% a marzo), mentre rimane stazionario al 5,18% per la media dell’Eurozona. In parallelo, ad aprile in Italia i prestiti alle imprese scendono del 3,8% a fronte della tenuta (+0,3%) della domanda di credito delle imprese in Eurozona.
A che punto siamo nella discesa dei prezzi di elettricità e gas? Sulla base degli indici dei prezzi al consumo, a maggio 2024 il prezzo dell’energia elettrica è in marcata discesa (-29,2% su base annua), ma rimane ancora superiore del 33,6% rispetto alla media del 2021. La bolla tarda a sgonfiarsi, tenuto conto che ad aprile il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica (PUN) è del 30,6% inferiore alla media del 2023. Nel confronto europeo, ad aprile i prezzi dell’elettricità sono del 35,6% sopra alla media del 2021, cinque punti al di sopra del +30,2% della media Ue a 27. Si conferma in discesa anche il prezzo del gas (-22,1% su maggio 2023), il quale rimane al di sopra del 37% al livello del 2021.
Nel corso della crisi energetica, i prezzi di elettricità e gas in Italia sono stati caratterizzati da una escursione verso l’alto molto più ampia rispetto alla media europea. Se prendiamo a riferimento il consumo medio mensile familiare rilevato dall’Istat per il 2021, sulla base della dinamica dei prezzi tra gennaio 2022 e aprile 2024, una famiglia italiana ha cumulato una maggiore spesa di 1.338 euro rispetto all’omologa famiglia media europea, pari al 32,8% in più.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia dell’11 giugno 2024