La concorrenza sleale del sommerso in provincia di Ancona

In provincia di Ancona il valore aggiunto del sommerso è di 1.562 milioni di euro, pari al 10,8% del PIL. Il sommerso è incentivato dal massimo storico del 45,1% di pressione fiscale, sbilanciato per il 63,8% sul lavoro e sull’impresa. Per poco meno di un terzo (31,1%) degli artigiani anconetani la concorrenza sleale di abusivi ed evasori fiscali è il fattore maggiormente penalizzante per l’impresa; più alta la percezione nel Mandamento di Senigallia (40,0%), segue il Mandamento di Ancona Nord (37,3%) e il Mandamento di Jesi (35,9%). In provincia stimati 20.500 occupati irregolari. Le sei aree di rischio di concorrenza sleale sono: i) 33.762 pensionati di età compresa tra i 50 e i 64 anni; ii) 10.354 inattivi sul mercato del lavoro di età compresa tra i 45 e i 54 anni; iii) 11.695 stranieri tra i 15 e i 64 anni non occupati; iv) 408 cessazioni di ditte individuali superiori al trend; v) 2.965 lavoratori in cassa integrazione a zero ore; vi) 1.753 beneficiari di disoccupazione agricola. Un esempio controfattuale: l’offerta sul mercato irregolare del 10% dei soggetti appartenenti alle aree di rischio indicate per metà del tempo lavorativo standard porta alla chiusura di 559 microimprese regolari, con una perdita di occupazione per 1.023 addetti.


Autore

Ufficio Studi Confartigianato Ancona

Data di pubblicazione

09/11/2012

Categorie tematiche

Economico

Documento Principale

Riservato

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