Lavoro, Italia leader in Ue per crescita occupazione nel settore energia
Nel comparto +10,6% tra il 2021 e il 2023. Aumenta tuttavia la difficoltà di reperimento di manodopera

Nell’ultimo biennio, caratterizzato dalle incertezze della guerra in Ucraina, dal crescente rischio geopolitico, dalla debolezza del commercio internazionale e da una stretta monetaria di intensità senza precedenti nella storia dell’Euro, la domanda di lavoro delle imprese ha generato un sostenuto aumento dell’occupazione. L’analisi dei dati annuali, recentemente pubblicati da Istat ed Eurostat, evidenzia che tra il 2021 e il 2023 gli occupati in Italia sono saliti di 1 milione e 26mila unità (+4,5%). La crescita biennale di oltre un milione di occupati non ha precedenti nella serie storica che inizia dal 1977: la variazione passata più ampia fu quella di 689mila occupati in più, registrata tra il 1999 e il 2001.

La crescita dell’occupazione è trainata dall’aumento di 838mila dipendenti permanenti (+5,7%) – di cui 801 mila a tempo pieno – a fronte di un aumento di 74mila dipendenti temporanei (+2,5%) e di 114mila indipendenti (+2,3%). In chiave di genere, si registra un maggiore dinamismo dell’occupazione femminile (+5,0%) rispetto a quella maschile (+4,2%).

Italia leader europeo per crescita dell’occupazione nell’energia – All’ottima performance del mercato del lavoro italiano contribuisce anche il comparto energetico. Tra il 2021 e il 2023 tra i 27 paesi dell’Unione europea l’Italia registra la maggiore crescita di occupati nel settore di Energia e utilities, con un aumento di 38mila occupati davanti alla Germania (36mila occupati in più) e alla Francia (28mila occupati in più). Se prendiamo a riferimento i maggiori paesi dell’Unione europea – con almeno 50mila occupati nel comparto energetico – l’Italia conferma la miglior performance anche in termini relativi, con un aumento cumulato degli occupati nel biennio 2021-2023 del +10,6%, davanti alla Francia con il +6,9% e alla Germania con il +5,8%. Stazionaria l’occupazione in Polonia (-0,4%), mentre sono in territorio negativo Spagna (-5,6%), Repubblica Ceca (-6,3%) e Romania (-8,5%).

L’occupazione in Italia cresce in modo omogeneo per età, con un aumento dell’11,4% per i più giovani (under 40) e del 10,2% per i senior. In chiave di genere (QE 5/3) si registra una robusta crescita dell’occupazione femminile, pari al +7,3%, ma che rimane inferiore all’11,4% registrato per quella maschile.

A fronte di una crescente domanda di lavoro, sale la carenza di manodopera: nel 2023 sono salite al 41,4% le entrate nel settore di energia e utilities di difficile reperimento (QE 13/2), con un aumento di 4,6 punti nell’ultimo anno.

Persiste un elevato cuneo fiscale – Una delle criticità nella gestione del fattore lavoro in Italia è data dall’elevata tassazione. Nel 2023 il cuneo fiscale In Italia è  pari al 45,1% del costo del lavoro, di 3,5 punti superiore alla media dei 22 paesi avanzati membri dell’Ue (41,6%) e di 10,1 punti superiore alla media dei paesi Ocse  (34,8%). Negli ultimi anni si osserva, comunque, una significativa riduzione della pressione fiscale sul lavoro nel nostro Paese: tra 2019 e 2023 il cuneo fiscale italiano si riduce di 2,8 punti, il terzo miglioramento tra i 38 paesi dell’Ocse dopo la riduzione di 3,4 punti dell’Ungheria e quella di 3,7 punti della Repubblica Ceca.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 30 aprile 2024