Le incertezze dell’economia italiana nell’estate 2024
Cala la produzione manifatturiera ma tiene la domanda elettrica. La stretta monetaria fa scendere del 9,3% i prestiti in energia e utilities, mentre si dimezza la bolletta energetica grazie al -15% dei prezzi dell’import di oil&gas
I segnali statistici disponibili in questa estate del 2024 confermano una fase congiunturale fragile e incerta dell’economia italiana, mentre si delinea un debole sostegno delle politiche economiche. Le previsioni del Fondo monetario internazionale pubblicate la scorsa settimana fermano la crescita del PIL dell’Italia al +0,7%, due decimali in meno del +0,9% stimato a maggio dalla Commissione europea. È in ritardo la ripresa del commercio internazionale, con l’export stazionario (-0,1%) nei primi cinque mesi dell’anno, mentre la produzione manifatturiera scende del 3,1%. Rimangono in territorio positivo gli indicatori della domanda di energia: nei primi sei mesi dell’anno l’indice mensile dei consumi elettrici industriali (IMCEI) elaborato da Terna risulta in crescita dell’1,0%, mentre a giugno la richiesta di gas della manifattura segna un aumento del +0,7% (+0,5% a maggio).
Nonostante l’inflazione stia rientrando, il Consiglio direttivo della BCE nella seduta di giovedì scorso ha mantenuto invariati i tassi di riferimento. L’incertezza nella velocità di discesa dei tassi ostacola le decisioni di investimento delle imprese, frenando le transizioni, demografica, digitale e green. Nel primo trimestre del 2024 gli investimenti delle imprese scendono del 2,7% su base annua. La stretta monetaria ha mostrato un impatto più intenso sull’economia italiana, con il costo del credito alle imprese che a maggio 2024 è pari a 5,45% ed è il più alto tra i principali paesi dell’Eurozona, il cui tasso medio si attesta a 5,10%. Rispetto a giugno 2022 il tasso è aumentato di 382 punti base in Italia a fronte dei 327 punti base in più rilevati nell’Eurozona. Anche i prestiti alle imprese italiane registrano la performance peggiore con un calo del 3,5% su base annua mentre nell’Eurozona il trend rimane in territorio positivo (+0,3%). Nel settore energetico e delle utilities a maggio il calo dei prestiti è del 9,3%.
Sul fronte dei costi dell’energia va ricordato che nel ritorno alla “nuova normalità” i prezzi si sono assestati su livelli più alti del passato. Nel primo semestre del 2024, mentre il prezzo all’ingrosso dell’elettricità è del 25,5% inferiore al livello medio del 2021, i prezzi retail dell’elettricità rimangono al di sopra del 44,7% della media del 2021. Sul mercato non domestico, la Relazione annuale 2024 di Arera segnala il miglioramento della competitività delle imprese italiane, con la riduzione del divario di prezzi lordi Italia-Eurozona che nel 2023 scende a +4,07 c€/kWh dal +10,41 c€/kWh rilevato nel 2022.
Nella media dei primi cinque mesi del 2024 i prezzi all’importazione di petrolio e gas scendono del 15,0% su base annua, contribuendo al calo della bolletta energetica che in dodici mesi si dimezza, scendendo a 53,5 miliardi di euro (dato annualizzato a maggio 2024) dai 101,3 miliardi di euro di un anno prima, il 47,2% in meno.
Le incertezze sui tempi e intensità dell’allentamento monetario si intrecciano pericolosamente con la prospettiva di una politica fiscale restrittiva, dopo l’avvio della procedura di infrazione per eccesso di deficit per Italia, Francia e altri cinque paesi Ue, che porterà ad una correzione del saldo strutturale di almeno mezzo punto di PIL, dopo che l’ultima manovra di bilancio è stata espansiva per 0,7 punti di PIL. Nelle raccomandazioni del 19 giugno la Commissione europea richiede all’Italia di “limitare nel 2025 la crescita della spesa netta a un tasso coerente con l’obiettivo di instradare il debito pubblico su una traiettoria di riduzione plausibile a medio termine e di ridurre il disavanzo pubblico portandolo verso il valore di riferimento del 3 % del PIL”. La conferma nel 2025 di alcuni degli interventi finanziati solo per quest’anno dall’ultima legge di bilancio richiederebbe risorse per la prossima manovra per 18,2 miliardi di euro, di cui 10,8 miliardi per la riduzione dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti. Il Ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti alla Camera lo scorso 17 luglio 2024 ha indicato che “il taglio del cuneo contributivo è la prima priorità e sarà assolutamente confermato”.
Il paracadute fiscale per gli investimenti è rappresentato dai 6,2 miliardi di euro messi in campo per il 2024 e 2025 da Transizione 5.0. Last but not least, la crescita è sostenuta anche dall’attuazione del PNRR. Gli aggiornamenti sulla spesa attivata e sostenuta sono stati delineati ieri nella conferenza stampa del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, al termine della Cabina di Regia sul PNRR.
Due appuntamenti sveleranno le contromisure dei policy makers per il prossimo autunno. Il 12 settembre il Consiglio direttivo della BCE deciderà sui tassi ed entro il 20 settembre il Governo presenterà, per la prima volta, il Piano strutturale di bilancio, previsto dalla riforma del Patto di stabilità e crescita, delineando il quadro di finanza pubblica per i prossimi sette anni.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 23 luglio 2024