Le ipotesi dei previsori sui prezzi delle commodity nel 2025
Le variabili esogene di Commissione Ue, Fmi e Bankitalia. Dopo due anni nel primo trimestre torna a salire la bolletta energetica con la spinta del gas importato (costo in decelerazione tra aprile e maggio)
Lo scenario internazionale continua a essere caratterizzato da un rallentamento dell’attività economica e da una elevata e persistente incertezza, dominata dai possibili esiti della complessa fase di negoziazione sui dazi annunciati dalla nuova amministrazione statunitense e le contromisure di Cina e Unione europea.
Le previsioni di primavera presentate ieri dalla Commissione europea indicano per l’Italia una crescita del PIL dello 0,7%, revisionando il +1,0% delle previsioni di novembre. Per l’Area euro la crescita del 2025 è del +0,9%, 0,4 punti in meno del +1,3% previsto a novembre.
Sulla minore crescita pesano un indebolimento delle prospettive del commercio internazionale e l’incertezza in materia di politica commerciale. Secondo le stime contenute nello Spring 2025 Economic Forecast, nel 2025 il valore dell’export dell’Italia sale del 2,1% e nel 2026 del 3,3%, revisionando le previsioni di autunno – elaborate prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti – secondo le quali l’export sarebbe salito del 4,3% quest’anno e del 4,8% il prossimo anno. In valore assoluto, nel biennio in esame si cumulano 36,7 miliardi di euro di minori esportazioni, di cui 13,1 miliardi nel 2025 e 23,6 miliardi nel 2026.
La debolezza del commercio internazionale, con una minore produzione e un più basso profilo della domanda di energia si associa ad una minore pressione sui prezzi di petrolio greggio e gas. Nelle variabili esogene delle previsioni di maggio della Commissione europea il prezzo del petrolio nel 2025, espresso in USD, scende del 15,9% su base annua, accentuando il calo del 9,4% assunto nelle previsioni di novembre, mentre il prezzo del gas sale del 10,1%, in ribasso rispetto al +17,4% delle previsioni di novembre. Il trend del prezzo del petrolio indicato dalla Commissione europea è in linea con quello del World economic outlook di aprile del Fondo Monetario Internazionale (-15,5%) mentre, sempre ad aprile, il prezzo del gas è assunto in salita del 25,7% nelle previsioni di Banca d’Italia.
A fronte di un raffreddamento dell’evoluzione dei prezzi nel corso dell’anno nelle variabili esogene dei modelli dei previsori, il consuntivo statistico del primo trimestre 2025 pubblicato venerdì scorso dall’Istat indica una inversione di tendenza della bolletta energetica, che torna a salire segnando un +15,2% su base annua dopo otto trimestri consecutivi in territorio negativo. Il trend della bolletta è il risultato di una diminuzione del 19,1% dell’export e di un aumento del 4,7% delle importazioni di energia (scendevano del 15,0% nel quarto trimestre del 2024). Nel dettaglio l’aumento del valore delle importazioni nel primo trimestre di quest’anno è la combinazione di un aumento dei prezzi del 13,5% e di una diminuzione del 7,8% dei volumi importati. La pressione sui prezzi delle importazioni è dominata dall’aumento del 31,6% del prezzo del gas importato, mentre scende dell’1,7% il prezzo del petrolio greggio. Sull’evoluzione su base trimestrale pesa il rialzo di inizio anno sul mercato del gas innescato da una riduzione dell’offerta di GNL, il mancato rinnovo dell’accordo di fornitura tra Russia e Ucraina e un aumento della domanda determinata da fattori climatici (si veda il riquadro nell’ultimo Bollettino economico di Banca d’Italia). L’analisi dell’IG Index GME – l’indice di riferimento del mercato del gas italiano in grado di intercettare la ciclicità dei prezzi all’importazione – anticipa una attenuazione della pressione sul costo del gas, registrando una decelerazione del trend, con un aumento tendenziale del 47,3% a marzo, che passa al +22,8% ad aprile e al +11,2% a maggio (dati aggiornati ad oggi).
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 20 maggio 2025