Il report “Le prospettive 2024 tra incertezze e resilienza delle imprese – Focus Puglia e Lecce” presentato venerdì 24 novembre 2023 durante il convegno “Artigianato: Costruttori di Futuro. Motore di sviluppo economico e sociale del territorio” organizzato da Confartigianato Lecce.
Alcune evidenze su innovazione e investimenti e su sostenibilità ambientale e transizione green contenute nel report e relative alla provincia di Lecce
Il caro-tassi che frena investimenti, innovazione e transizioni digitali e green
La stretta monetaria sta spingendo in alto i tassi di interesse, in modo più marcato in Italia, riducendo la domanda di credito e gli investimenti. Il caro-tassi potrebbe compromettere la crescita degli investimenti registrata nella ripresa post pandemia, rallentando i processi di innovazione e delle transizione digitali e green. A settembre 2023 il costo del credito per le imprese in Italia è salito di 376 punti base in dodici mesi, 50 punti in più dell’aumento di 326 punti base rilevato in Eurozona.
Sulla base delle tendenze dei tassi rilevati in estate, si calcola in provincia di Lecce un maggiore costo su base annua sul credito erogato alle MPI (micro e piccole imprese fino a 50 addetti) di 55 milioni di euro.
A giugno 2023 in Puglia i prestiti alle imprese scendono del -1,4% rispetto un anno prima, con la flessione che arriva al -4,6% per le piccole imprese.
Nel secondo trimestre di quest’anno gli investimenti in Italia segnano una flessione dell’1,7% rispetto al trimestre precedente, mentre tengono (+0,4%) nella media europea. Sul trend degli investimenti influisce il calo della fiducia delle imprese, che ad ottobre segna la terza flessione consecutiva.
Innovazione e investimenti
Una analisi dei dati del Censimento permanente delle imprese indicano che in provincia di Lecce il 32,8% delle imprese attive con almeno 3 addetti è impegnato in progetti di innovazione a fronte del 38,4% dell’Italia. Tra i progetti di innovazione, il 15,1% delle imprese ha acquisito macchinari, attrezzature e impianti per le innovazioni adottate o previste (più del 13,0% dell’Italia), il 13,1% ha acquisizione hardware informatici, apparati di rete e di telecomunicazioni (più del 9,7% dell’Italia), il 12,2% ha acquisito o sviluppato software, database e servizi per l’analisi dei dati (più del 7,1% dell’Italia) e l’11,9% ha formato il personale sulle innovazioni adottate e/o previste (più del 8,8% dell’Italia).
Nel 2022 il 62,7% delle imprese ha fatto investimenti nei vari ambiti della trasformazione digitale a fronte del 69,6% Italia. La quota è del 60,1% nei 5 anni 2017-2022 a fronte del 68,5% Italia.
PNRR e investimenti dei comuni: si registra una crescita del 32,6% della spesa per investimenti dei comuni della provincia di Lecce nei primi tre trimestri 2023 su base annua: da 110 a 146 milioni di euro, pari a 36 milioni di euro in più.
Transizione digitale e qualità della domanda di lavoro: in provincia di Lecce per il 21,7% delle entrate previste dalle imprese nel 2022 è elevata la richiesta di capacità di saper utilizzare competenze digitali a fronte del 24,2% dell’Italia.
Il 38,6% delle imprese in provincia di Lecce nel 2022 ha effettuato formazione con corsi in tema di digitalizzazione (vs. 42,1% Italia).
Sostenibilità ambientale e transizione green
Sempre secondo i dati del Censimento permanente delle imprese, il 66,2% delle imprese attive con almeno 3 addetti in provincia di Lecce ha svolto una o più azioni finalizzate a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività nel triennio 2016-2018. Tra gli interventi finalizzati a ridurre le pressioni sugli ecosistemi generate dai processi produttivi, il 55,5% delle imprese della provincia salentina ha effettuato raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti (vs 57,8% Italia, unica azione che vede una diffusione inferiore alla media nazionale), il 44,1% ha contenuto prelievi e consumi di acqua (vs. 40,0% vs Italia), il 41,7% ha gestito i rifiuti con la finalità di contenere e controllare gli inquinanti (vs. 38,8% vs Italia), il 38,7% ha risparmiato il materiale utilizzato nei processi produttivi (vs. 35,2% vs Italia) ed il 32,2% ha contenuto l’inquinamento acustico e/o luminoso (vs. 29,6% vs Italia).
In provincia di Lecce nel 2021 sono 14.895 imprese attive interessate da transizione ecologica e green, di cui 12.840 nella Filiera casa (86,2% vs 84,5% Italia), 1.181 nell’Autoriparazione (7,9% vs 5,9% Italia) e 874 nei Trasporti (5,9% vs 9,5% Italia). Tali imprese contano 34.946 addetti, di cui 28.030 nella Filiera casa (80,2% vs 63,3% Italia), 4.273 nei Trasporti (12,2% vs 31,0% Italia) e 2.643 nell’Autoriparazione (7,6% vs 5,7% Italia).
Sempre in provincia di Lecce sono 8mila le imprese artigiane attive interessate da transizione ecologica e green, pari al 54% delle imprese in esame (più del 43% di media nazionale) con 16mila addetti, pari al 32% del corrispondente totale (più del 32% di media nazionale).
Oltre un quarto (25,8%) delle imprese della provincia di Lecce nel 2022 ha fatto investimenti in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale, una quota superiore di 2,3 punti al 23,5% della media nazionale.
La quota sale del 28,3% per gli investimenti nei 5 anni 2017-2022, anche in questo caso superiore al 26,2% della media nazionale. I dati di dettaglio settoriale evidenziano per la provincia di Lecce una quota del 34,1% per Manifatturiero, comprensivo di estrattivi e public utilities, e Costruzioni che supera il 28,5% medio nazionale ed in particolare le Costruzioni sono a 26,3% ed anch’esse superano la media nazionale (22,4%).
Per favorire la transizione ambientale delle imprese sono necessarie le competenze green del personale. In provincia di Lecce il 45,0% delle entrate nelle imprese nel 2022 è elevata la richiesta di attitudine a risparmio energetico e sostenibilità ambientale, superiore di 3,3 punti al 41,7% della media nazionale.
Le competenze per la transizione ecologica si rafforzano e si implementano con interventi formativi. In provincia di Lecce il 30,6% delle imprese ha effettuato formazione con corsi in tema transizione green e sostenibilità ambientale, quota di 2,7 punti superiore al 27,9% della media Italia.
L’economia circolare rappresenta uno dei pilastri della transizione green. Sul lato dell’offerta di servizi di riparazione, riciclo e riuso in provincia di Lecce nel 2020 sono 2.201 le imprese attive (unità locali) nei 24 settori dell’economia circolare secondo la perimetrazione di Eurostat, pari al 3,7% dell’economia non agricola e che supera il 3,2% dell’Italia. Gli addetti in queste imprese sono 6.518 e rappresentano il 4,0% del totale addetti delle imprese della provincia, incidenza anche in questo caso superiore alla media nazionale (3,2%).
In provincia di Lecce a giugno 2023 sono 1.364 le imprese registrate in settori FER (filiera energie fonti rinnovabili) con 3.704 occupati: si tratta rispettivamente dell’1,1% del totale imprese e dell’1,4% del totale addetti della provincia.
La mobilità nella transizione ecologica si confronta con una alta età delle autovetture circolanti ed una ancora ampia presenza di mezzi in classi euro più inquinanti diverse da euro 5 e 6 e sulla crescente ma ancora limitata diffusione delle auto ibride ed elettriche. Nel 2022, nel parco circolante non commerciale in provincia di Lecce il 46,6% delle autovetture ha oltre 15 anni d’età a fronte di una media italiana del 39,4% ed il 40,0% rientra nelle classi euro 5 e 6 a fronte di una media italiana del 49,4%. Sono oltre 8mila le euro ibride ed elettriche, pari all’1,6% delle auto circolanti a fronte del 4,3% dell’Italia.
L’analisi degli attestati di prestazione energetica (APE) – relativi ad edifici residenziali e non residenziali – presentati dal 2015 al 27 novembre 2023 al SIAPE gestito dall’Enea indica che sono 30.746 gli edifici nelle classi più inquinanti E, F e G, pari al 78,4% degli edifici della provincia che si confronta con il 68,8% della media delle 18 regioni monitorate. Nel dettaglio 5.631 edifici sono nella classe E (14,4% del totale vs 16,4% Italia), 10.461 nella classe F (26,7% vs 22,6% Italia) e 14.654 nella classe G (37,4 vs 29,8% Italia).
Tra gli obiettivi dello sviluppo sostenibile si trova la disponibilità e la buona gestione dell’acqua, tra cui il contenimento delle perdite delle reti idriche. Se questo fronte per la città di Lecce si riscontra una buona performance degli acquedotti, con le perdite idriche che nel 2020 sono il 19,1% dell’acqua immersa in rete, una quota più che dimezzata rispetto alla media di 42,2% rilevata per il totale dei capoluoghi italiani che posiziona la città di Lecce al 14° posto in Italia ed al 2° posto nel Mezzogiorno dietro a Carbonia.