Le prospettive di autunno dominate dalle difficoltà della manifattura
In Italia le micro e piccole imprese penalizzate dai prezzi più alti dell’energia elettrica nella Ue. Pesa lo squilibrio per oneri e tasse
Le tensioni geopolitiche accentuano il clima di incertezza del contesto internazionale, caratterizzato dalle ricadute del protezionismo degli Stati Uniti. Appare lontana una soluzione alla guerra in Ucraina, nonostante il mese di agosto sia stato dominato dagli incontri organizzati dalla presidenza degli Stati Uniti in Alaska e a Washington. Le incertezze del quadro internazionale pesano sulle due maggiori economie europee manifatturiere. Nel secondo trimestre del 2025 il PIL dell’UE sale dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, mentre scende dello 0,1% in Italia e dello 0,3% in Germania. Nel primo semestre 2025 la produzione manifatturiera in Italia scende del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte dell’aumento dell’1,1% nella media UE e di un calo più marcato in Germania (-2,4%). Pesa la crisi europea dell’auto che ha il suo epicentro in Italia. Nei primi sei mesi del 2025 la produzione di autoveicoli in UE scende del 4,4% e, tra i maggiori paesi produttori, il calo è più intenso per l’Italia che segna un -17,3% e per la Svezia con -12,6%. Seguono Spagna con -7,2%, Ungheria con -4,9%, Romania con -4,0% e Germania con -3,2%. I toni della crisi dell’auto sono meno foschi per Repubblica Ceca con -0,6% e Francia con -0,2%, mentre è in controtendenza la Polonia, che segna un aumento dell’1,9%.
La dinamica dell’export è positiva, ma è sotto “effetto farmacologico”. Nel primo semestre 2025, l’export manifatturiero registra una crescita tendenziale del 2,0%, su cui influiscono le maggiori vendite di farmaci e medicinali (+38,8%), più accentuate negli Stati Uniti a seguito dell’anticipazione degli acquisti da parte degli importatori statunitensi per evitare l’applicazione di maggiori dazi. Al netto del farmaceutico, l’export scende dell’1,4%. L’introduzione dei nuovi dazi allontana la ripresa della manifattura. Gli Stati Uniti sono il primo mercato per 54 prodotti del made in Italy, le cui vendite nel 2024 ammontano nel complesso a 36,3 miliardi di euro, pari al 56,1% del made in Italy negli Stati Uniti e al 17,8% dell’export dei 54 prodotti nel mondo. Inoltre, la svalutazione del dollaro del 12,3% tra gennaio e agosto 2025 rappresenta un dazio implicito, peggiorando ulteriormente la competitività delle esportazioni.
Il divario di competitività dei prezzi dell’energia elettrica – L’Italia è il paese con la maggiore occupazione nelle micro e piccole imprese (MPI) manifatturiere, davanti a Germania e Polonia, mentre registra i prezzi di energia elettrica più elevati tra le dieci maggiori economia manifatturiere, che rappresentano l’82,7% del totale della manifattura nell’UE a 27. Nel secondo semestre del 2024 il prezzo dell’energia elettrica pagato nelle classi di riferimento delle MPI in Italia – per consumi fino a 2.000 MWh e comprensivo di accise, oneri e al netto dell’IVA – è pari a 28,00 centesimi di euro al KWh e risulta del 22,5% al di sopra alla media UE, oltre ad essere superiore a quello rilevato in Germania (26,98 centesimi di euro al KWh), Polonia (25,48 centesimi di euro al KWh), Ungheria (24,5 centesimi di euro al KWh), Repubblica Ceca (23,49 centesimi di euro al KWh), Paesi Bassi (22,54 centesimi di euro al KWh) e Francia (21,42 centesimi di euro al KWh).
Il prelievo fiscale e parafiscale sul costo dell’energia elettrica per le MPI in Italia è più che doppio (+117,4%) rispetto alla media UE a 27. Tale divario scende al crescere dei consumi, passando all’80,3% tra 2.000-20.000 MWh e al 38,2% tra 20.000 e 70.000 MWh, mentre diventa negativo, generando un vantaggio fiscale, per i grandi consumatori tra 70.000 e 150.000 MWh (-22,6%) e oltre 150.000 MWh (-19,6%).
L’Italia presenta il secondo più elevato carico per accise e oneri sul chilowattora pagato dalle MPI tra i 27 paesi dell’Unione europea. Dopo la Polonia con 7,90 centesimi di euro al KWh, seguono l’Italia con 7,78 centesimi di euro al KWh, Cipro con 6,53 centesimi di euro al KWh, Belgio con 4,14 centesimi di euro al KWh e Germania con 4,07 centesimi di euro al KWh.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 9 settembre 2025