Presentazione “Le tensioni sulla finanza pubblica della bassa crescita” . Il lavoro utilizza le previsioni contenute nel Winter 2014 European Economic Forecast della Commissione Europea del 25 febbraio 2014 e propone alcune relazioni tra il fragile sentiero di crescita dell’economia italiana e le condizioni del bilancio pubblico. Alcune parti del lavoro sono state presentati da Andrea Trevisani, Direttore delle Politiche Fiscali ad un convegno sulla Legge di Stabilità 2014 organizzato da Confartigianato Ravenna venerdì scorso.
 Nel dettaglio il lavoro contiene:
 – una analisi su crescita al IV trimestre 2013 e la bassa dinamica nelle prospettive del biennio 2014-2015 e nel più lungo periodo 2014-2018
 – le criticità esistenti per le imprese artigiane, evidenziato dal -15,4% per economia proxy dell’artigianato e -7,8% per il totale economia tra 2007 e 2013, e per il lavoro autonomo, con il reddito degli indipendenti che in 4 anni crolla del 6,1% mentre tiene lavoro dipendente (+0,2%).
– il drammatico ritardo del mercato del lavoro con una analisi aggiornata con i dati rilasciati venerdì scorso per settore e per Regione delle variazioni tra IV trimestre 2013 e stesso periodo anno precedente e che evidenzia una crescita tendenziale dell’occupazione in  Toscana (+2,5%), P. A. di Trento (1,4%), Umbria (2,6%), Lombardia (0,5%), Friuli V.G. (+0,2%) e P. A. Bolzano (+0,1%) mentre, all’opposto, l’occupazione in Calabria crolla del 10,6%.
– la dinamica del debito pubblico, con un esame di lungo periodo e delle difficoltà di previsione del debito dopo lo scoppio della crisi.
 – le tensioni sui conti economici delle imprese date dall’elevata pressione fiscale, con una comparazione internazionale, l’esame della concorrenza fiscale di confine, la struttura del cuneo fiscale che è pari al 46,2% del costo del lavoro;
 – l’esame dell’impatto sulla finanza pubblica della Legge di stabilità 2014, le criticità evidenziate dalla Corte dei conti, il gap di crescita e la conseguente caduta delle entrate fiscali valutate per 17,4 miliardi al 2016 e che potrebbe richiedere una manovra correttiva superiore ad un punto di Pil; vengono evidenziate le incertezze sul fronte della riduzione della spesa corrente nel 2014 e il debole impulso sulla crescita dalla spesa in conto capitale nel biennio 2015-2016
 – necessità di scrivere una nuova equazione che associ a più crescita, una minore pressione fiscale e una riduzione di  sprechi e inefficienze della spesa pubblica. In particolare si evidenzia che se la dinamica spesa primaria nel 2010-2015 in Italia fosse in linea con la media dell’Eurozona potremmo avere risorse per 15 miliardi per ridurre la tassazione sul lavoro;
 – le difficoltà di negoziare in Europa con una alta variabilità nelle persone a capo delle Istituzioni: tra il 2011 e il 2014 nell’Ecofin per l’Italia partecipano di 5 diversi ministri. Germania e il Regno Unito hanno partecipato sempre con uno stesso ministro, Francia e Spagna hanno visto un solo avvicendamento nel triennio, successivo ad elezioni legislative.
– IMU: a fronte di una aliquota base sugli immobili produttivi del 7,6 per mille, un comune su due l’ha incrementata:   fino a 1 punto nel 18,5% dei casi, tra 1 e 2 punti per il 19,8% e tra 2 e 3 punti nel 12,2% dei casi. Era l’unica strategia possibile l’aumento delle aliquote base dell’IMU ?  Sul fronte della spesa si riscontra in Valle d’Aosta, Sicilia e Trentino Alto Adige una incidenza di dipendenti comunali  doppia rispetto alle tre regioni più virtuose di Abruzzo, Veneto e Puglia.
– prendendo a riferimento l’eccesso di burocrazia come causa di decadenza delle società avanzate (cfr. N.Ferguson) si indica come in due anni i Governi Monti e Letta hanno generato 1318 provvedimenti attuativi, 1,8 al giorno, 12,6 alla settimana, di cui ne sono stati adottati solo un terzo (34,1%) e ne rimangono 869 inattuati; la burocrazia lenta è anche una burocrazia costosa: un dirigente top della PA in Italia ha un compenso del 180,2% superiore alla media Ocse.


Alcuni dati del lavoro sono stati esaminati nell’articolo “Pil energia -5% vs -1,7 della Ue – Pil energia -5% contro -1,7% della Ue” pubblicato  il 3 marzo 2014 su QE- Quotidiano Energia e qui allegato