La Nota ‘Moda, aggiornamento delle tendenze a fine estate 2024′ predisposta dall’Ufficio Studi aggiorna la Nota del 5 agosto (riportata in calce all’aggiornamento), delineando l’acuirsi della crisi della moda in un contesto di peggioramento del trend di tutta la manifattura.
A luglio 2024, la produzione nel settore tessile, abbigliamento e pelle è scesa del 18,3% su base annua, con un calo complessivo del 10,8% nei primi sette mesi dell’anno. Questa flessione è maggiore rispetto a quella registrata in Germania (-7,0%) e Spagna (-7,9%), mentre la Francia ha visto una crescita dell’1,3%. L’anno 2024 si configura come il quarto “annus horribilis” per la moda, con una performance peggiore solo negli anni 2005, 2009 e 2020. Settorialmente, la produzione della pelle ha registrato una riduzione del 15,8%, con un calo del 19,5% nelle calzature, mentre il tessile è sceso del 6,9% e l’abbigliamento del 5,7%. Ad agosto 2024, le aspettative sugli ordini rimangono negative, con un saldo di -7,7. Le vendite al dettaglio nei primi sette mesi del 2024 mostrano una crescita modesta dello 0,5% per abbigliamento e pellicce, mentre calano dello 0,8% per calzature e articoli in pelle. La domanda reale resta debole, considerando l’aumento dei prezzi al consumo dell’1,5%.
Le previsioni occupazionali nel settore segnano un calo del 5,6% delle assunzioni nel periodo settembre-novembre 2024.
L’export della moda ha subito un calo del 12,4% a giugno 2024 e del 5,3% nei primi sei mesi dell’anno, con una diminuzione particolarmente marcata nei mercati extra UE. A livello territoriale, le maggiori regioni esportatrici hanno visto una riduzione significativa dell’export, con la Toscana in testa, seguita da Lombardia, Veneto e Marche. Nella Nota il dettaglio per regioni e provincia.