Prezzi dell’energia, a rischio 18,8 mld € di Pil
Nel 2024 (vs 2021) +54,7% elettricità e gas, +18,5% Pun, +23,2% prezzi import oil&gas, +33% bolletta energetica. Nel 2022-2023 extra costo elettrico per le Mpi di 11,8 mld €
L’instabilità geopolitica causata dall’espansione degli scontri in Medio Oriente ha acuito la volatilità delle quotazioni del greggio. Il conflitto si estende all’Iran, un player con il 6,2% della produzione mondiale di gas e il 4,8% di quella del petrolio, per cui aumenta il rischio di un aumento significativo dei prezzi delle materie prime energetiche. In uno scenario [QE 8/10] caratterizzato da uno shock sui prezzi di 10 dollari al barile sul petrolio e di 10 euro al MWh sul gas, si determinerebbe un impatto recessivo sul PIL di 18,8 miliardi di euro nel biennio 2025-2026. Inoltre, sull’evoluzione dei prezzi energetici si incrociano gli interventi contenuti nella manovra di bilancio che sarà varata stasera e alcune dinamiche dei mercati che mantengono i costi di famiglie e imprese su livelli ampiamente superiori a quelli antecedenti allo scoppio della crisi energetica.
Sul fronte dei carburanti, l’Italia registra l’accisa sul gasolio più alta dell’Eurozona e un “allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina” preannunciato nel Piano strutturale di bilancio potrebbe determinare un aumento del costo del gasolio che impatta sui costi di gestione di 4,3 milioni di veicoli industriali, in una fase caratterizzata da un calo dell’attività manifatturiera e dei consumi di beni delle famiglie.
Nell’era della ‘nuova normalità’, nei primi otto mesi del 2024 il prezzo al consumo di elettricità e gas è del 54,7% superiore allo stesso periodo del 2021, precedente allo scoppio della crisi energetica. Più vischioso il prezzo al consumo sul mercato libero dell’energia elettrica che, sempre nei primi otto mesi del 2024, rimane dell’83,4% superiore al corrispondente periodo del 2021.
Nei primi nove mesi del 2024 il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica in Italia rimane superiore del 18,5% al corrispondente periodo del 2021; nel confronto internazionale segna un debole rialzo (+1,8%) in Germania mentre sono ampiamente inferiori quelli delle borse dell’area scandinava (-25,7%), di Francia (-32,2%) e di Spagna (-33,2%). Persiste un crescente differenziale di prezzo rispetto alle borse europee, già segnalato per la prima metà dell’anno nell’ultima analisi trimestrale dell’Enea. Nei primi nove mesi del 2024 il prezzo all’ingrosso dell’elettricità in Italia è del 74,3% superiore al prezzo medio ponderato delle borse di Germania, Spagna e Francia (era del 35,1% nel 2023): un divario così intenso non si registrava dal 2007. Nel dettaglio il gap è del 45,1% rispetto alla Germania, del 95,2% rispetto alla Spagna e del 111,1% rispetto alla Francia. Come ha ricordato Enea “resta da verificare l’impatto sui prezzi al consumo del recente notevole aumento del differenziale positivo di prezzo sulla Borsa italiana rispetto alle altre Borse europee”.
L’esame dei flussi del commercio estero di prodotti energetici evidenzia che nei primi sette mesi del 2024 i prezzi all’importazione di petrolio greggio e gas rimangono del 23,2% superiori al corrispondente periodo del 2021, mentre la bolletta energetica è del 33,0% superiore ai livelli precrisi.
I dati preliminari di Eurostat sui prezzi dell’energia elettrica pagati dalle imprese, evidenziano che il costo dell’elettricità, al netto di Iva e altri oneri recuperabili, per le micro e piccole imprese (MPI) italiane nel primo semestre 2024 rimane superiore del 29,4% rispetto al corrispondente periodo del 2021. A seguito della crisi energetica, nel biennio 2022-2023 lo spread di prezzo con l’Europa ha scaricato maggiori costi sulle MPI per 11,8 miliardi di euro.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 15 ottobre 2024