Rallenta l’inflazione a marzo, quella energetica frena al +10,7%
Nel 2022 per Italia minore pressione prezzi import oil e gas ma più elevata inflazione energetica, al 5° posto in Ue, al 2° per prezzi elettricità

L’analisi dei dati pubblicati lunedì scorso dall’Istat indica a marzo 2023 un rientro dell’inflazione che, secondo l’indice armonizzato europeo, scende al +8,1% dal 9,8% di febbraio, discesa trainata dal rallentamento della dinamica dei prezzi dei beni energetici, che scendono dell’8,9% rispetto a febbraio, con una crescita tendenziale del 10,7%, in decisa decelerazione rispetto al +28,2% di febbraio. Dopo la progressione del 2022, l’inflazione di fondo – al netto di energia e alimentari freschi – inizia scendere, passando dal +7,0% di febbraio al +6,8% di marzo. Questa riduzione, però, non si registra nell’Eurozona, con la componente di fondo che sale al 7,5%, con un aumento di 0,1 punti rispetto a febbraio. Sulla base di questo andamento diventa meno probabile una attenuazione della stretta monetaria da parte della Bce, che a marzo ha alzato i tassi di riferimento di ulteriori 50 punti base, cumulando un aumento di 350 punti base dall’estate dello scorso anno, con rilevanti ricadute sul costo del credito: tra giugno 2022 e febbraio 2023 il tasso di interesse applicato alle nuove operazioni entro un milione di euro aumenta di 242 punti base, arrivando al 4,39%. L’inflazione pesa sui consumi delle famiglie, con i prezzi del carrello della spesa – beni alimentari, per la cura della casa e della persona – che crescono a doppia cifra (+12,6%, in lieve decelerazione rispetto a +12,7% di febbraio), mentre a febbraio 2023 le vendite al dettaglio, in volume, scendono del 3,5% su base annua.

L’evoluzione dei prezzi dell’energia appare ancora incerta. Secondo le previsioni contenute nel DEF 2023 il prezzo del barile petrolio si colloca a 82,3 dollari, in calo del 18,5% rispetto al 2022, una riduzione che è leggermente più marcata (-24,1%) nelle previsioni del Fondo monetario internazionale pubblicate la scorsa settimana. Le quotazioni del gas scendono, ma nei primi cento giorni del 2023 rimangono  su un livello più che triplo rispetto a quello del 2019. Dopo la riduzione del 55,3% del costo dell’energia elettrica per la famiglia tipo nel secondo trimestre 2023, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nell’audizione alla Camera dei Deputati della scorsa settimana, delinea uno scenario caratterizzato da una volatilità crescente e “quotazioni per il terzo e quarto trimestre in rialzo, con aumenti di circa il 10% nel terzo trimestre e del 25% nel quarto trimestre rispetto alle quotazioni del secondo trimestre“.

Prezzi dell’energia e dell’import oil&gas nel 2022 – La traiettoria dei prezzi energetici evidenzia come la crisi energetica esplosa nel 2022 ha determinato ricadute più pesanti sui costi di imprese e famiglie italiane, nonostante una minore severità dell’aumento dei prezzi dell’energia importata, una divariazione su cui influiscono diversi fattori: l’intensità della dipendenza energetica, il mix di fonti generazione elettrica e l’efficienza del sistema di produzione, il grado di concorrenza, il sistema di regolazione e di posizionamento dei prezzi amministrati.

Il consuntivo 2022 evidenzia in Italia un aumento dell’86,4% dei prezzi all’importazione di petrolio greggio e gas, ben 16,2 punti in meno del +102,6% dell’Eurozona. Di conseguenza ci saremmo attesi una minore pressione sui prezzi dei beni energetici, che invece in Italia salgono del 51,3%, ben 14,3 punti in più del 37,0% della media europea. I prezzi di elettricità e gas salgono dell’85,3% su base annua, un ritmo quasi doppio del +46,0% della media dell’Eurozona. Per l’energia elettrica la situazione è più critica, con prezzi che salgono del +110,4%, il secondo tasso di crescita nell’Unione europea dopo il +118,0% dei Paesi Passi e risultando quasi triplo rispetto al +36,1% dell’Eurozona. I prezzi dell’elettricità salgono del +26,8% in Spagna, del +20,0% in Germania e di un limitato +7,4% in Francia; questi più contenuti tassi di crescita sottendono, tra l’altro, differenze nell’uso di carbone, nucleare e nelle conseguenze della siccità sulla produzione idroelettrica.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 18 aprile 2023