Con il prolungamento del conflitto in Ucraina sta aumentando l’incertezza, con ripercussioni sulla propensione ad investire. Il rialzo dell’inflazione ha innescato un cambio di direzione della politica monetaria, con il termine degli acquisti di titoli e il probabile aumento dei tassi a partire dal prossimo mese di luglio. In tale contesto di registra un marcato rallentamento dei giudizi su ordini interni di beni strumentali e un contenimento anche per quanto riguarda le attese. La tendenze del settore della meccanica sono emerse il 9 giugno 2022 nella presentazione dell’Ufficio Studi del Rapporto Meccanica 2022, “Meccanica, la frenata della ripresa tra guerra e strozzature delle filiere globali”  nel corso dei Consigli Direttivi congiunti dei mestieri di Confartigianato Meccanica convocati al Villagio Confartigianato al MECSPE 2022 di Bologna Fiere.
Key data del settore della meccanica – La meccanica rappresenta un settore chiave della tecnologia made in Italy, generando un fatturato di 365,1 miliardi di euro e 197,6 miliardi di euro di esportazioni (ultimi 12 mesi marzo 2021-febbraio 2022), pari al 37,1% delle esportazioni totali, e conta sull’apporto di 172.581 imprese registrate alla fine del primo trimestre 2022, di cui la metà (51,5%) è rappresentato da 88.931 imprese artigiane. Rilevante il peso occupazionale del settore: nei 13 comparti in cui operano le imprese della Meccanica complessivamente si contano 1.076.143 addetti in micro, piccole e medie imprese con meno di 250 addetti, pari al 72,6% del totale, una quota doppia rispetto al 34,7% della Germania e superiore di ben 24,9 punti rispetto alla media Ue del 47,7%.
Le tendenze della congiuntura – Un segnale positivo arriva dai conti nazionali, che nel primo trimestre 2022 registrano un aumento congiunturale del 3,9% degli investimenti in macchinari e impianti – al netto dei mezzi di trasporto. Come anticipato da una nostra recente analisi, l’Italia è l’unico tra i maggiori paesi Ue che già nel 2021 recupera i livelli pre-pandemia degli investimenti in macchinari che nel 2022 registrano un ulteriore aumento che colloca questa voce al di sopra del 3,7% rispetto al livello del 2019, a fronte del ritardo del 4,5% della Francia e dell’8,3% della Germania. Sul fronte delle esportazioni pesano la frenata della Cina e il crollo dell’export in Russia. Nei primi quattro mesi del 2022 le vendite del made in Italy in Cina sono del 3% inferiori rispetto allo stesso periodo del 2021; nei primi tre mesi dell’anno le vendite di macchinari sul mercato cinese segnano una caduta del 16,9%. Sono tangibili gli effetti della guerra: l’export verso la Russia ad aprile si dimezza (-48,4%) e nei primi quattro mesi del 2022 scende del 19,3%; su questo mercato le vendite di macchinari a marzo crollano del 60,0% e nei primi tre mesi dell’anno scendono del 17,4%. Il Rapporto propone una analisi, svolta in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Emilia Romagna, sull’esposizione dei territori per vendite di macchinari in Cina e sul teatro di guerra (Russia e Ucraina). Nel confronto internazionale l’export della Meccanica nei tre mesi dicembre 2021-febbraio 2022 cresce del 18,0% in un anno, quasi il doppio rispetto al +9,5% della media Ue, e del 13,6% rispetto allo stesso periodo pre-crisi di due anni prima, anche in questo caso superiore rispetto alla media Ue (+11,3%): le performance italiane sono le migliori tra i principali paesi dell’Ue. Dal report di Confartigianato si delineano i diversi fattori di rischio e incertezza. L’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi dell’energia si trascinerà nel lungo periodo: nel prossimo anno i prezzi dei metalli di base sono stimati superiori del 67% ai livelli del 2019 e per le commodities energetiche si arriverà al raddoppio (+101%). Alla scarsità di materie prime generata dalle strozzature delle filiere globali e dal conflitto in Ucraina, si associa la difficoltà di reperimento di personale, che nel primo trimestre del 2022 ostacola l’attività dell’8,6% delle imprese della meccanica (+3,2 punti percentuali rispetto alla media della manifattura); a maggio 2022 il 58,3% degli operai metalmeccanici ed elettrotecnici ricercati dalle imprese sono di difficile reperimento, quota salita di 7,8 punti in un anno.