Report ‘Imprese e lavoro delle donne nell’era dell’incertezza – Tra il presente e il futuro al Femminile’ presentato dall’Ufficio Studi il 23 aprile 2024 in occasione di ‘Futuro al Femminile: Equità, Generatività, Sistema’, la Convention Movimento Donne Impresa Confartigianato e Appendice statistica ‘Imprese femminili, digitali, artigiane e donne indipendenti per territorio’ in formato .xlsx, in collaborazione con l’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia, che contiene i seguenti dati territoriali:
– Imprese femminili TOTALI nel 2023: totali, giovanili e a conduzione straniera e giovanili a conduzione straniera e dinamica rispetto 2018 e al 2022 per regione e provincia
– Imprese femminili ARTIGIANE nel 2023: totali, giovanili e a conduzione straniera e giovanili a conduzione straniera e dinamica rispetto 2018 e al 2022 per regione e provincia
– Imprese digitali femminili totali e artigiane nel 2023 e dinamica rispetto 2018 per regione
– Dinamica occupate indipendenti 2023 rispetto al 2019, al 2021 e al 2022 per regione

L’emancipazione femminile ha bisogno di politiche per combattere le disuguaglianze di genere e di maggiori risorse a sostegno della conciliazione vita-lavoro per aumentare la partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Se il tasso di occupazione delle donne italiane crescesse allineandosi con quello dell’Ue si ipotizza un aumento di 2.344.000 occupate donne, di cui 355.000 le indipendenti, che permetterebbe al PIL italiano di crescere del 7,4%, pari a 154,7 miliardi di euro di maggior valore aggiunto: come se il nostro Paese potesse contare sull’apporto di un secondo Piemonte.
Il report interseca la vision dell’evento intrecciando il tema della equità di genere con un esteso esame del mercato del lavoro e della vocazione all’imprenditorialità, quello della generatività con il ruolo delle donne nella struttura imprenditoriale italiana e i caratteri della dinamica delle imprese e del lavoro delle donne e quello del sistema mediante l’offerta di alcuni elementi di valutazione delle politiche per ridurre il divario di genere e per la conciliazione.
Sulle prospettive del “Futuro al femminile” viene delineato il ruolo delle donne e dell’imprenditoria femminile nell’età dell’incertezza e nelle sfide della transizione demografica nei prossimi vent’anni posta al sistema di welfare.
Vengono analizzati vari aspetti dell’occupazione femminile valutando in particolare i dati sull’occupazione femminile nel periodo 2021-2023. Alcuni spunti positivi del mercato del lavoro al femminile, soprattutto a carattere regionale, sono stati recentemente esplorati nella News STUDI – 8 marzo/Imprenditoria femminile, 5 regioni italiane nella top ten tra 233 regioni Ue: Lombardia (1°), Lazio (5°), Emilia-Romagna (8°), Piemonte e Veneto (9°) pubblicata in occasione della festa della donna.
Vengono discusse le tendenze dell’economia italiana, con un focus sulla ripresa del commercio internazionale, i rischi geopolitici e le ricadute della stretta monetaria e si analizzano le variazioni nel costo del credito alle imprese.
Viene evidenziato il “grande spreco” di risorse con un alto numero di giovani donne inattive sul mercato del lavoro. Si osserva un miglioramento dei redditi medi delle donne indipendenti, anche se le disparità persistono. Vengono evidenziate criticità nel sostegno alle politiche di conciliazione e nella riduzione delle diseguaglianze di genere, con una diminuzione della spesa statale per ridurre le diseguaglianze di genere nel 2022, seguito da un positivo recupero nel triennio 2024-2026. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presenta dei ritardi sull’attuazione che interessano anche l’intervento per gli asili nido.
Sul fronte dell’imprenditoria femminile, l’Italia si conferma leader nell’Ue per il numero di imprenditrici e lavoratrici autonome che però scontano una persistente carenza di manodopera visto che sono di difficile reperimento il 46,0% delle entrate nelle MPI guidate da donne. Il recupero dell’occupazione indipendente tra il 2021 e il 2023 è stato trainato principalmente dalle donne.
Per quanto concerne l’imprenditorialità viene condotta una analisi strutturale delle imprese femminili in termini di età, nazionalità e territorio, con un approfondimento su regioni e province con la maggiore presenza di imprese femminili. Sono indicate le regioni italiane che si distinguono a livello europeo per l’imprenditoria femminile, con la Lombardia al primo posto. Si discute anche della crescita dell’imprenditoria femminile nel periodo post-pandemico e della sua rilevanza nel mantenere la stabilità del sistema delle imprese.
Viene inoltre approfondito il profilo delle imprese gestite da donne e la loro distribuzione territoriale evidenziando il ruolo significativo dell’artigianato nell’imprenditoria femminile e confrontando la dimensione media delle imprese femminili con quella delle imprese gestite da uomini.