Report ‘Ultime tendenze del made in Italy: prodotti e mercati’, con un focus dedicato all’export delle provincie di Prato e Pistoia, presentato dall’Ufficio Studi di Confartigianato il 12 luglio 2022 nel corso di un webinar organizzato dalla Camera di Commercio di Pistoia e Prato, in collaborazione con l’Ufficio internazionalizzazione Confartigianato Imprese Prato.

La manifattura italiana sta affrontando l’estate 2022 in un contesto di forte turbolenza, caratterizzato da quattro differenti gravi emergenze – alimentare, idrica, energetica e del lavoro – che seguono altre criticità manifestate negli ultimi 27 mesi, in primis quella sanitaria, seguita dalla crisi delle materie prime, dalle strozzature nelle catene globali del valore, tra cui la grave carenza di offerta di semiconduttori, e dalla frenata della Cina. Sulle emergenze in atto e sulle politiche per affrontarle, facendo leva sui punti di forza delle piccole imprese,  è intervenuto il Presidente Marco Granelli su Il Foglio. Sulle imprese del made in Italy gravano gli ostacoli derivanti dall’allungamento dei tempi di consegna e della scarsità di materiali, fenomeno più marcato nei settori dei macchinari e delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Nonostante tutto, le imprese italiane appaiono rafforzare le proprie posizioni sui mercati globali. Il confronto internazionale sull’andamento delle esportazioni evidenzia che nel 2022 il valore delle vendite all’estero delle imprese italiane risulta del 14,4% superiore ai livelli pre-crisi, un recupero di intensità doppia a rispetto al +7,2% registrato dalla Germania, maggiore paese manifatturiero nell’Ue a 27, e ampiamente superiore al +2,5% della Francia.
I  settori che recuperano i volumi pre-pandemia – La crescita dei prezzi alla produzione, in un contesto caratterizzato dalla trasmissione sulle filiere produttive di forti tensioni inflazionistiche, sta gonfiando il valore delle esportazioni. A tal fine il report dell’Ufficio Studi ha esaminato le tendenze dei volumi esportati. L’analisi degli indici forniti dall’Istat evidenzia che negli ultimi dodici mesi a marzo 2022, in 14 settori si registra un recupero dei volumi esportati nell’anno pre-pandemia, il 2019: nel dettaglio si tratta di altri mezzi trasporto (+20,5%), altri mezzi trasporto (20,5%), bevande (12%), alimentari (10,3%), computer ed elettronica (8,9%), mobili (8,4%), vetro, ceramica, cemento,… (7,6%), prodotti chimici (7,1%), farmaceutici (6,5%), app. elettriche (3,5%), altre manifatturiere (2,9%), carta (2,4%), metallurgia (1,4%), prodotti metallo (1,1%) e legno, con volumi identici a quelli  del 2019. In ritardo il recupero per prodotti raffinati (-3,1%), gomma e materie plastiche (-3,9%), tessile (-5,6%), macchinari (-6,3%), autoveicoli (-6,9%), pelle (-9,6%), abbigliamento (-11,6%).
I mercati di destinazione del made in Italy – Nei primi quattro mesi del 2022 il mercato più dinamico risulta quello degli Stati Uniti, con l’export che segna una crescita tendenziale del +29,9% – sostenuta dal progressivo apprezzamento del dollaro contro l’euro, con un tasso di cambio al 12 luglio ormai prossimo alla parità  – seguito da Spagna (+27,6%), Belgio (+26,9%) e Austria (+24,9%). I due maggiori paesi clienti del made in Italy, Germania e Francia, segnano rispettivamente una crescita del 17,1% e del 17,7%, valori inferiori alla media dell’export (+20,7%), mentre è in controtendenza la Cina, con un calo del 3%, e la Russia.
Invasione dell’Ucraina e il calo dell’export in Russia – Nei primi quattro mesi del 2022 l’export verso la Russia, che segna una caduta del 19,3% rispetto all’anno precedente, conseguentemente allo scoppio della guerra in Ucraina e alle sanzioni dell’Ue. Nei primi sei comparti, dove si addensa oltre i tre quarti (76,7%) del made in Italy in Russia, le flessioni più marcate si osservano per macchinari e apparecchi (-26%), prodotti delle altre attività manifatturiere  (-22%), moda – prodotti tessili e dell’abbigliamento, pelli e accessori (-21,8%), prodotti chimici (-16,6%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-13,8%), mentre, in conseguenza del forte aumento dei prezzi, il comparto dei metalli di base e prodotti in metallo segna un aumento (+5,0%).
Le imprese – La buona performance della manifattura italiana, risultante dagli indicatori di produzione e di vendite all’estero si associa ad una crescente efficienza delle imprese: tra il 2021 e il 2019, infatti, la produttività, misurata dal valore aggiunto a prezzi costanti per ora lavorata, cresce del 2,5% un ritmo doppio del totale economia (+1,1%). La maggiore propensione a creare valore  coinvolge anche le 232 mila imprese artigiane manifatturiere, che danno lavoro a 899 mila addetti, pari al 23,9% dell’occupazione del settore e il 5,2% dell’occupazione delle imprese in tutti i settori. Nell’ Appendice statistica ‘Imprese e artigianato Manifattura nel territorio’ il quadro per regione e provincia, delle imprese artigiane e totale imprese della manifattura e relativi addetti.