Medio Oriente in fiamme: Italia 1° Paese Ue per import di energia dall’area
Rischi per geopolitica e rialzo prezzi energetici impattano per 0,2 punti di Pil nel 2025 e per 0,5 punti nel 2026

La crescente situazione di instabilità in Libano a seguito dei bombardamenti in corso su varie aree del Paese ha ulteriormente acuito le tensioni in Medio Oriente. La Farnesina raccomanda ai connazionali presenti temporaneamente nel Paese di partire con i voli commerciali disponibili. La crisi mediorientale si affianca al prolungamento del conflitto in Ucraina, dopo oltre due anni e mezzo dall’invasione da parte della Russia.
Il perdurare di una diffusa instabilità geopolitica rallenta la ripresa del commercio internazionale: secondo gli ultimi dati del CPB World Trade Monitor, nei primi sette mesi del 2024 il volume del commercio mondiale sale dell’1,1% a fronte di una crescita del +2,8% prevista per quest’anno da parte del Fondo monetario internazionale.
I rischi derivanti da una debole ripresa del commercio internazionale e una risalita dei prezzi dell’energia, potenzialmente innescabile da una escalation della crisi in Medio Oriente, impattano negativamente sulla crescita dell’economia italiana. Nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 varato dal Governo venerdì scorso (QE 30/09) sono proposti alcuni scenari di rischio che valutano l’impatto sulle previsioni macroeconomiche di alcune ipotesi sulle variabili esogene internazionali meno favorevoli rispetto al quadro di riferimento. Nello scenario che prevede un andamento meno vigoroso della domanda mondiale – che ipotizza un tasso di crescita dell’export inferiore di mezzo punto percentuale nel 2025 e di un punto nel 2026 – il tasso di crescita del PIL risulterebbe inferiore, rispetto al quadro di riferimento del Piano, di 0,1 punti percentuali nel 2025, 0,3 punti nel 2026 e 0,1 punti nel 2027. Nel caso di evoluzione meno favorevole dei prezzi dei beni energetici – quotazioni di petrolio e gas maggiori, rispetto allo scenario di riferimento, rispettivamente, di 10 dollari e 10 euro sia nel 2025 che nel 2026 – si registrerebbe un tasso di crescita del PIL inferiore, rispetto al quadro di riferimento del Piano, di 0,1 punti percentuali nel 2025 e 0,2 punti nel 2026. Nel totale i due rischi esaminati cumulano un impulso recessivo 0,2 punti di PIL nel 2025 e di 0,5 punti nel 2026.

Medio Oriente: export made in Italy e import di energia – L’instabilità nel Medio Oriente interessa un’area che è strategica per l’Italia per la fornitura di commodities energetiche e rappresenta un rilevante mercato di sbocco di prodotti made in Italy. I paesi dell’area del Medio Oriente concentrano quasi un terzo delle forniture di energia all’Italia, mentre rappresentano un mercato che nel 2024 (ultimi dodici mesi a luglio), vale 25,9 miliardi di euro, pari al 4,1% del totale dell’export italiano.
Nel confronto internazionale, nel 2024 (dato annualizzato a giugno), l’Unione europea importa dal Medio Oriente petrolio greggio, gas e prodotti raffinati per 87,2 miliardi di euro pari al 13,6% dell’import totale di queste commodities. L’Italia è il primo paese importatore dell’Unione europea di petrolio – greggio e raffinato – e gas dal Medio Oriente, con 21,0 miliardi di euro pari al 31,4%. Seguono a distanza Paesi Bassi con 12,5 miliardi di euro pari al 11,4%, Francia con 11,4 miliardi di euro pari al 13,3%, Grecia con 8,1 miliardi di euro pari al 37,5%, Polonia con 7,4 miliardi di euro pari al 29,6%, Spagna con 6 miliardi di euro pari al 10,3%, Germania con 5,6 miliardi di euro pari al 7,6%, Belgio con 3,5 miliardi di euro pari al 5,1%. L’import energetico dal Medio Oriente si compone di 11,1 miliardi di euro di petrolio greggio (34,4% totale mondo) a cui si sommano 6,0 miliardi di euro di gas naturale (26,5% del totale) e 4,1 miliardi di prodotti petroliferi raffinati (33,3% del totale).
Il maggiore paese mediorientale fornitore è Azerbaigian con il 45,1% dell’import dall’area, seguito da Arabia Saudita con 20%, Iraq con 15,3%, Qatar con 10,6%, Emirati Arabi Uniti con 6,6% e Kuwait con 2,2%.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 1° ottobre 2024