Deficit energetico al 5,8% del Pil: solo nel 1981 fu peggio
Crescita prezzi import più severa per Germania e Francia rispetto a Spagna e Italia. Dagli Usa il 61% della maggiore domanda di Gnl

L’analisi degli ultimi dati sul commercio estero evidenzia a gennaio 2023 saldo commerciale negativo e pari a -4.194 milioni di euro (-6.520 milioni a gennaio 2022). Si assiste ad una progressiva riduzione del deficit energetico (-7.760 milioni), che risulta di poco superiore rispetto a un anno prima (-7.615 milioni) e in marcata attenuazione rispetto al massimo storico (-12.392 milioni) di settembre 2022. L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta da 1.095 milioni di gennaio 2022 a 3.566 milioni di gennaio 2023.

Il saldo import-export di energia su base annua è di dimensioni straordinarie, ammontando a 111.424 milioni di euro, pari al 5,8% del PIL e risultando più che raddoppiata rispetto ai 53.520 milioni di un anno prima. Sulla base delle serie ricostruite dall’Istat si valuta che solo nel 1981, dopo il secondo shock petrolifero, il deficit energetico fu più ampio (6,1% del PIL), mentre l’attuale crisi energetica si delinea di una intensità superiore a quella seguita al primo shock petrolifero nel 1974 (4,1% del PIL).

Il surplus non energetico ammonta a 83.031 milioni, pari al 4,3% del PIL, in leggera contrazione rispetto agli 85.810 milioni (4,8% del PIL) registrati nei dodici mesi precedenti. Il saldo negativo dell’energia spinge in negativo il differenziale totale tra export e import per 28.392 milioni di euro, pari all’1,5% del PIL: era dal 2011 che non si registrava un deficit del commercio estero di questa intensità.

Sulla bolletta energetica annuale influisce l’incremento del 102,0% del valore delle importazioni di energia, pressoché interamente determinato dall’aumento del 101,1% dei prezzi, espressi dai valori medi unitari, mentre i volumi sono pressoché stazionari (+0,5%).

A gennaio 2023 i prezzi all’importazione di petrolio greggio e gas naturale tornano al di sotto del livello di gennaio 2022, precedente all’invasione dell’Ucraina, e la relativa variazione tendenziale entra in territorio negativo (-3,7% rispetto ad una anno prima) a fronte dell’aumento del 40,2% registrato a dicembre. Negli ultimi dodici mesi (febbraio 2022-gennaio 2023) la media del prezzo all’import di petrolio greggio e gas è del 75,1% superiore ai dodici mesi precedenti e dell’82,7% sopra alla media 2018-2019. Nel corso della crisi energetica le condizioni di acquisto di commodities energetiche dall’estero sono risultate più onerose per Germania e Francia rispetto a quelle di Italia e Spagna.

La commodity più critica, il gas – L’analisi del bilancio del gas del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica evidenzia che negli ultimi dodici mesi il volume delle importazioni gas naturale sono scese dell’1,8% su base annua, combinazione di un aumento del 44,0% dell’import di gas naturale liquefatto (GNL) mentre scende del 9,2% il flusso in ingresso attraverso i gasdotti. Risulta dimezzato (-52,9%, pari ad una riduzione di 14,7 miliardi di mc) il flusso di gas immesso a Tarvisio proveniente dalla Russia, in parte controbilanciato dalle immissioni provenienti da Paesi Bassi e Norvegia (+4,9 miliardi di mc), dall’Azerbaigian (+2,8 miliardi di mc) e dall’Algeria (+1,8 miliardi di mc), diventato il primo fornitore di gas dell’Italia con una quota del 32,2%.
Sulla base dei dati Istat sulle quantità importate, nel 2022 la quota di importazioni di GNL in arrivo dal Qatar scende al 46,7%, con un calo di 21,9 punti rispetto un anno prima, mentre la quota degli Stati Uniti sale al 24,7%, con un aumento di 15,2 punti. L’aumento dell’import Usa ha soddisfatto il 61,0% della maggiore domanda di gas naturale liquefatto.
05Infine, nonostante l’elevato fabbisogno di gas necessario a sostituire le forniture russe, negli ultimi dodici mesi abbiamo assistito alla paradossale crescita delle esportazioni di questa commodity, con un aumento del 188,6%, pari a +3,0 miliardi di mc, equivalente a quasi un quarto (23,3%) dell’attuale import dalla Russia.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 4 aprile 2023