FV su capannoni: benefici per competitività imprese e sviluppo Fer senza consumo di suolo
Gli impianti a terra (34% della potenza totale italiana) hanno occupato 14.625 ettari tra il 2006 e il 2021, il 37% in più delle infrastrutture di trasporto

Una delle strade da percorrere per contrastare la caduta competitività dell’economia italiana a causa dei più elevati costi energetici, è quello dello sviluppo dell’uso del fotovoltaico da parte delle imprese. Il divario dei costi dell’energia, lo ricordiamo, è esploso a seguito dell’impennata dei prezzi nella seconda metà dello scorso anno (QE 16/5). L’installazione degli impianti fotovoltaici sopra gli immobili produttivi delle aziende consente di ridurre il consumo di suolo, uno dei fattori che rendono più fragile il territorio, esponendolo agli effetti devastanti del cambiamento climatico.
Nel 2022 le imprese manifatturiere, delle costruzioni e dei servizi, esclusa agricoltura e produzione di elettricità, hanno generato 9.843 GWh di energia elettrica da 153.225 impianti fotovoltaici. Oltre un terzo (38,0%) della produzione, pari a 3.740 GWh, è stata autoconsumata.
Elevato potenziale di sviluppo – L’elaborazione di un indicatore territoriale di intensità di diffusione degli impianti fotovoltaici nelle imprese vede al primo posto la  Basilicata con una potenza di 1,164 MW ogni 1.000 addetti, seguita da Abruzzo con 1,162 MW ogni 1.000 addetti, Marche con 1,060 MW ogni 1.000 addetti, Umbria con 0,998 MW ogni 1.000 addetti, Molise con 0,920 MW ogni 1.000 addetti, Puglia con 0,795 MW ogni 1.000 addetti.
Una analisi controfattuale, che applica un modello di benchmarking secondo il quale ciascuna regione si allinea alla migliore della propria ripartizione per rapporto tra potenza installata e addetti nei due macro settori in esame – manifatturiero no energy e terziario – evidenzia che l’adeguamento porterebbe ad un aumento del 76,4% della produzione da fotovoltaico nelle imprese.
Competitività e minore consumo di suolo  – L’utilizzo degli impianti fotovoltaici rappresenta un driver della transizione green delle imprese. Secondo una analisi svolta da Confartigianato Padova e Smart Land, con l’installazione di pannelli solari sui tetti dei capannoni industriali e artigianali della provincia di Padova, si coprirebbe  l’84,5% del fabbisogno energetico delle aziende. Questa analisi applicata alla manifattura marchigiana – presentata nel corso di un convegno di Confartigianato Marche all’Istao  – evidenzia che nell’ipotesi controfattuale che il 60% di capannoni industriali e artigianali sia dotato di impianto fotovoltaico, si raggiungerebbe l’autosufficienza dei consumi elettici del comparto della regione.
Uno sviluppo del fotovoltaico guidato dalle installazione degli impianti sui tetti degli immobili produttivi associa un maggiore uso delle rinnovabili al contenimento del consumo di suolo, uno dei fattori che amplifica gli effetti del dissesto idrogeologico.
Lo sviluppo del fotovoltaico, infatti, ha determinato un rilevante consumo di suolo. A fine 2022 il 34% della potenza installata è su impianti a terra, a fronte del restante 66% riferito a impianti collocati su edifici, capannoni, tettoie, serre ecc. Secondo la rilevazione dell’Ispra, a livello nazionale, tra il 2006 e il 2021 la seconda causa del consumo di suolo (non considerando i cantieri, per loro natura temporanei) è rappresentato dagli impianti fotovoltaici terra con un consumo di 14.625 ettari (ha), collocandosi dietro agli edifici con 18.206 ettari. Nell’arco dei quindici anni in esame, il consumo di suolo da fotovoltaico a terra ha superato del 37,0% quello determinato dalle infrastrutture di trasporto: strade, ferrovie, porti e aeroporti.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 30 maggio 2023