I settori energivori (-6%) frenano la manifattura (-2%), tengono lavoro e turismo
Comparti ad alto consumo energetico in calo diffuso in Europa. Le tendenze di edilizia, export, lavoro, prezzi, consumi, turismo e credito
Gli ultimi dati congiunturali evidenziano un indebolimento dell’attività manifatturiera, appesantita dalla flessione dei settori più esposti i costi energetici, a cui si associa una frenata delle esportazioni, mentre la stretta monetaria fa salire il costo del credito e riduce l’erogazione dei prestiti. Prosegue la crescita dell’occupazione e quella del turismo mentre, almeno nel primo quarto dell’anno, tengono gli investimenti. Prosegue la discesa dei prezzi internazionali dell’energia – ad aprile 2023 i prezzi dell’import di petrolio e gas scendono del 41,1% – mentre le ultime previsioni di Banca d’Italia indicano per il triennio 2023-2025 un prezzo del gas europeo che rimane su livelli strutturalmente più elevati rispetto a quelli precedenti il 2021.
Ad aprile 2023 si registra, per il quarto mese consecutivo, una flessione congiunturale della produzione manifatturiera. Nei primi quattro mesi del 2023 la produzione flette del 2,0% su base annua, calo determinato dalla flessione del 6,0% dei settori energivori – metallurgia, alimentare, carta, chimica, gomme, plastica, vetro, cemento, ceramica, ecc. – a fronte della tenuta (+0,2%) dei restanti settori. Il calo dell’attività nei comparti energivori è diffuso anche in Germania (-6,5%), Francia (-5,4%) e Spagna (-4,4%).
Nell’edilizia si sta aprendo una nuova fase “post superbonus”, con il trend della produzione che a marzo 2023 segna un calo del 3,4%, un segno negativo che non si riscontrava dal giugno del 2020, nel pieno della pandemia. Gli alti tassi di interesse stanno frenando il mercato immobiliare: nel primo trimestre 2023 le transazione immobiliari scendono dell’8,3% su base annua.
Sul fronte delle vendite del made in Italy, ad aprile 2023 l’export in volume cede del 10,3% su base annua e nel complesso del primo quadrimestre del 2023 scende del 2,9%. Sulla frenata delle vendite del made in Italy pesa la recessione dell’economia tedesca: sulla base degli ultimi dati disponibili, nei primi tre mesi del 2023 il volume delle esportazioni in Germania scende del 4,8% a fronte del -1,0% dei mercati Ue e del +1,0% dei mercati extra Ue.
Si consolida l’aumento dell’occupazione: ad aprile 2023 gli occupati sono saliti di 390mila unità (+1,7%), grazie all’apporto di 468mila dipendenti a tempo indeterminato in più (+3,1%), mentre quelli a tempo determinato diminuiscono di 149mila unità (-4,8%). Prosegue il recupero del turismo, con le presenze che nei primi tre mesi del 2023 sono in salita del 36,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un forte traino (+58,3%) delle presenze straniere.
I consumi delle famiglie sono colpiti da un’inflazione che a maggio rallenta al 7,6%, pur rimanendo in doppia cifra (11,2%) per il “carrello della spesa”: beni alimentari, per la cura della casa e della persona. Ad aprile il volume delle vendite al dettaglio cala del 4,8% su base annua.
Nonostante la stretta monetaria in corso – ad aprile 2023 il costo dei prestiti fino a 250mila euro è salito di 281 punti base in dodici mesi – e la crescita dell’incertezza dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, nel primo trimestre 2023 in Italia gli investimenti salgono del 3,3% su base annua, a fronte del +1,9% della media Eurozona, e risultando ampiamente al di sopra del +0,8% della Francia e del +0,3% della Germania. Le previsioni indicano nei prossimi trimestri un marcato rallentamento degli investimenti privati, come conseguenza del rialzo dei costi di finanziamento, mentre dovrebbero tornare a salire gli investimenti pubblici, grazie agli interventi previsti dal PNRR. La politica monetaria restrittiva riduce la domanda di credito: ad aprile 2023 i prestiti alle imprese segnano un calo dell’1,9%, in accelerazione rispetto al -1,1 nel mese precedente. I prestiti lordi, senza correzioni, nei settori manifatturieri energivori scendono del 3,2% mentre nel comparti di energia e utilities scendono del 4,1%, combinazione di un calo del 7,7% nel settore della fornitura di energia elettrica e gas di e un aumento del 4,5% in quello della fornitura di acqua e gestione rifiuti.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 20 giugno 2023