Trend del fotovoltaico, un confronto internazionale
Potenziale FV sui capannoni delle imprese di 7 TWh

L’estate si è caratterizzata da una crescita della produzione di rinnovabili, grazie ad un maggiore spunto di idrico e eolico e una apprezzabile crescita del fotovoltaico. Nel complesso dei primi otto mesi del 2023 la produzione di elettricità da rinnovabili sale del 9,2%, con +24,4% da idrico, +7,9% da fotovoltaico (FV) mentre si ferma al +4,0% la crescita dell’eolico. I dati GSE indicano, per i primo semestre del 2023, un aumento della potenza installata di fotovoltaico del 9,1%.

Nonostante una crescita della produzione di energia elettrica da FV a doppia cifra in estate (+12,0% a luglio e +19,8% ad agosto), il confronto internazionale elaborato sui dati dell’IEA (International Energy Agency, Agenzia Internazionale dell’Energia dell’Ocse) evidenzia, soprattutto nel lungo periodo, un più basso profilo dell’Italia nello sviluppo del fotovoltaico. Tra i 48 paesi esaminati – membri e associati Ocse oltre ad una selezione di paesi extra Ocse –   l’Italia con i 27,7 TWh (ultimi dodici mesi a giugno 2023) è il 10° produttore di energia da FV, dietro a Cina con 461,9 TWh, Usa con 196,1 TWh, India con 104,0 TWh, Giappone con 94,2 TWh, Germania con 57,8 TWh, Australia con 43,8 TWh, Spagna con 37,7 TWh, Brasile con 34,9 TWh, Corea del Sud con 30,1 TWh e davanti alla Francia con 21,9 TWh. Nel 2019 l’Italia era al 6° posto per produzione di energia elettrica da fotovoltaico, nel 2020 viene superata dall’Australia, nel 2021 dalla Spagna, nel 2022 dalla Corea del Sud e dal Brasile.

Nel primo semestre del 2023 la produzione di energia solare in Italia è salita del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ampiamente inferiore al +12,3% della media Ocse e al +13,3% della media dei 27 paesi dell’Unione europea. Nel lungo periodo l’Italia conferma il minore dinamismo: tra il 2019 e il 2023 (ultimi dodici mesi a giugno) la crescita della produzione è dell’83% nella media Ocse ed è del 77,0% nei 27 Paesi dell’Ue; nel dettaglio la produzione solare cumula un aumento del 160,0% in Spagna, del 77,5% in Francia, del 32,7% in Germania ma si ferma al +18,7% in Italia.

In chiave territoriale nel triennio 2019-2022, tra le maggiori regioni con almeno 1 TWh di produzione, hanno fatto meglio della media nazionale la Sardegna con un aumento cumulato del +36,7% della produzione da FV nel triennio in esame, il Veneto con +27,0%, la Lombardia con +26,5%, il Lazio con +23,0% e la Campania con +20,1%.

A fronte di prezzi dell’elettricità per un’impresa italiana che sono superiori del 57,0% alla media Ue (QE 16/5), lo sviluppo degli impianti di autoproduzione sostiene la competitività imprese e sviluppa le rinnovabili senza consumo di suolo. Da una nostra analisi controfattuale (QE 30/5) applicata alla produzione di energia elettrica da FV nelle imprese nel 2022 emerge che se ciascuna regione si allineasse alla migliore della propria ripartizione per rapporto tra potenza installata di impianti fotovoltaici nelle imprese e relativi addetti, si genererebbe un aumento pari ad oltre 7 TWh, consentendo all’Italia, sempre nel 2022 e in via teorica, di tornare davanti a Spagna, Brasile e Corea del Sud, riprendendo il 7° posto nel ranking internazionale.

Sul piano delle politiche pubbliche, va nella direzione giusta la recente riprogrammazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l’inserimento di REPowerEU, nel quale il capitolo Transizione verde – Settore produttivo, finanziato con 6,2 miliardi di euro, include 1,5 miliardi per il credito di imposta a sostegno degli investimenti in impianti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle imprese. Si conferma, anche nello sviluppo dell’energia green, la rilevanza strategica del PNRR che, in un contesto di politica fiscale ‘prudente’ (QE 3/10) e di stretta monetaria che sta spiazzando i processi di investimento delle imprese, rimane l’asse di intervento pubblico in grado di sostenere la crescita ed evitare di scivolare in recessione.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 10 ottobre 2023