Report 'Clima di incertezza nel commercio mondiale e made in Italy a Panama'
Report 'Il clima di incertezza nel commercio mondiale e il made in Italy a Panama' presentato da Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi, nel corso del webinar di giovedì 27 marzo 29025 organizzato da Confartigianato e Camera di Commercio Italo-Panamense organizzano il webinar PANAMA, il tuo centro strategico per il successo globale,
Il Report analizza le incertezze globali e le conseguenze sulla manifattura e le esportazioni delineando le opportunità per il made in Italy, offerte dal mercato panamense. Vengono proposte evidenze di contesto su guerre commerciali, politiche monetarie e ricadute sui tassi di cambio e impatti su esportazioni e catene di approvvigionamento. Inoltre il Report esamina le recenti tendenze del made in Italy nel contesto internazionale, con particolare riferimento alle strategie di diversificazione verso mercati ad elevato dinamismo, in particolare nei settori a maggiore presenza di micro e piccole imprese quali alimentare, moda, legno e arredo, prodotti in metallo, gioielleria e occhialeria.
Il Report propone il focus sul mercato di Panama, hub commerciale per l’America Latina, con una analisi delle tendenze dell'export di lungo periodo, della composizione settoriale e della partecipazione dei sistemi manifatturieri regionali.
Nota "Le esportazioni dei settori di MPI in 7 aree ad elevato potenziale"
La nota "Le esportazioni dei settori di MPI in aree ad elevato potenziale: America Latina, ASEAN, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Nord Africa e Africa Subsahariana" propone l’analisi di alcune evidenze su ammontare, dinamica e composizione merceologica delle esportazioni dei settori di MPI dirette a 7 paesi e aree extra UE su cui il Governo intende concentrare il proprio supporto alle piccole e medie imprese. Il lavoro è stato prediposto in occasione della XIII sessione della cabina di regia per l’internazionalizzazione tenutasi il 21 marzo 2024 in cui "il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha presentato il Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale" e che ha visto anche l'Intervento del Presidente Marco Granelli.
La nota evidenzia che l'Italia nel 2024 ha destinato ai mercati ad elevato potenziale in esame 23,4 miliardi di euro di esportazioni di prodotti dei settori a maggior presenza di micro e piccole imprese (MPI) quali alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, soprattutto gioielleria ed occhialeria, in cui l’occupazione nelle imprese con meno di 50 addetti supera il 60%. Si tratta del 13,3% delle esportazioni totali dei settori di MPI che in un anno mostrano una crescita sostenuta e pari al +31,1%, a fronte del +3,0% delle esportazioni totali dei settori di MPI e del +5,5% delle esportazioni dei settori di MPI nei paesi Extra UE a 27, dinamica che è in controtendenza rispetto al calo dello 0,5% osservato per il totale delle esportazioni di prodotti manifatturieri del nostro Paese.
Per quanto riguarda la destinazione delle esportazioni dei settori di MPI nei mercati ad elevato potenziale, primeggia la Turchia con 7,7 miliardi di euro (4,4% del totale export di tali settori), seguita da America Latina con 4,0 miliardi (2,3%), Emirati Arabi Uniti con 3,5 miliardi (2,0%), ASEAN con 2,8 miliardi (1,6%), Nord Africa con 2,6 miliardi (1,5%), Africa Subsahariana con 1,5 miliardi (0,9%) e Arabia Saudita con 1,2 miliardi (0,7%).
Per quanto riguarda la composizione merceologica delle vendite dei settori di MPI nei mercati ad elevato potenziale, risultano più acquistati soprattutto Prodotti delle altre manifatture con il 41,4% (+25,0 punti percentuali vs 16,5% registrato dal totale esportazioni di tali prodotti nel mondo) - in particolare, il 33,9% dei settori di MPI è rappresentato dalla Gioielleria - e poi Prodotti alimentari con il 14,5% (-11,6 punti vs 26,1% medio), Prodotti in metallo con il 12,6% (-1,6 punti vs 14,2% medio), Articoli in pelle con il 10,2% (-3,8 punti vs 13,9% medio), Articoli di abbigliamento con il 7,7% (-8,0 punti vs 15,7% medio), Prodotti tessili con il 7,3% (+1,6 punti vs 5,7% medio), Mobili con il 5,2% (-1,3 punti vs 6,5% medio) e Legno e prodotti in legno con il 1,1% (-0,3 punti vs 1,4% medio). Nel complesso la Moda assorbe il 25,2% delle vendite (-10,2 punti vs 35,4% medio) ed il Legno-Arredo il 6,3% (-1,6 punti vs 7,9% medio).
L’analisi della dinamica nei principali settori di MPI nei mercati ad elevato potenziale, ne rivela una performance migliore: Prodotti delle altre manifatture con il +92,5% (meglio del +19,6% di media), Articoli di abbigliamento con il +16,3% (in controtendenza rispetto al -0,5% registrato dal totale esportazioni di tali prodotti nel mondo), Legno e prodotti in legno con il +11,4% (meglio del +0,7% di media), Prodotti alimentari con il +10,7% (meglio del +9,8% di media), Articoli in pelle con il +8,4% (in controtendenza rispetto al -8,0% di media) e Prodotti in metallo con il +4,4% (in controtendenza rispetto al -2,2% di media), Mobili con il +2,3% (in controtendenza rispetto al -2,6% di media) e Prodotti tessili con il -3,4% (in controtendenza rispetto al -6,1% di media). Nel complesso la Moda cresce del +6,8% (in controtendenza rispetto al -4,5% di media) ed il Legno-Arredo del +3,8% (in controtendenza rispetto al -2,0% di media).
Elaborazione Flash ‘Made in Italy in Germania, il gigante addormentato d’Europa’
Elaborazione Flash ‘Made in Italy in Germania, il gigante addormentato d’Europa. Il grado di esposizione dei territori sul mercato tedesco’ contenente una analisi sull’economia della Germania – domenica prossima si tengono le elezioni federali per il Bundestag - e sull’impatto della crisi economica tedesca sulle esportazioni italiane. L’Elaborazione Flash esamina i fattori di crisi dell’economia tedesca, tra cui una bassa accumulazione di capitale privato e pubblico, maggiore impatto dello shock energetico con una elevata dipendenza dal gas russo, il più basso profilo crescita della Cina, la recessione nell’automotive, la crisi demografica e la carenza di competenze, più elevata rispetto agli altri maggiori paesi europei. Nel lavoro viene esaminato l’interscambio con la Germania e il quadro del made in Italy sul mercato tedesco, la posizione dell’Italia di leader mondiale sul mercato tedesco per macchinari e vini e di quarto fornitore della Germania nei settori di MPI (alimentare, moda, prodotti in metallo, legno e mobili, gioielleria e occhialeria). La stagnazione tedesca pesa sulle vendite del made in Italy, amplificando la crisi di meccanica e moda, ma 15 settori di MPI sono in controtendenza, registrando un aumento dell’export in Germania.
In chiave territoriale, sono proposti i dati per regione e provincia su livello e trend delle esportazioni manifatturiere e grado di esposizione dei territori sul mercato tedesco, con un focus sull’export macchinari.
Intelligenza Artigiana, la sfida dell’IA - 18° Rapporto per Assemblea 21 novembre 2023
Intelligenza Artigiana, la sfida dell’IA - 18° Rapporto annuale presentato all’Assemblea di Confartigianato tenuta a Roma il 21 novembre 2023.
Nel Rapporto sono esaminate le tendenze dell’economia a fine 2023, condizionate dalla frenata di Germania e Cina, con ampie ricadute sui territori del made in Italy. Mentre la bolla dei prezzi dell’energia non si è ancora completamente sgonfiata, la stretta monetaria e il caro-tassi appesantiscono i conti delle imprese e frenano gli investimenti. In controtendenza, si consolida la ripresa del mercato del lavoro, ma le imprese devono fronteggiare i costi di una crescente difficoltà di reperimento del personale, con i dati per regione e provincia. Nelle transizioni in atto – demografica, digitale e green - la forza delle micro e piccole imprese fronteggia le criticità dello sboom demografico e il ‘grande spreco’ dei giovani inattivi e le sfide dell’automazione e dell’intelligenza artificiale (IA). Dopo un esame dei caratteri dell’orientamento alla sostenibilità delle MPI a vocazione artigiana, il Rapporto propone la prima edizione dell’Indice Confartigianato Imprese Sostenibili per regione, oltre ad alcuni dati chiave che individuano i caratteri di sostenibilità e biodiversità nel DNA delle piccole imprese. Il capitolo finale esamina le difficili condizioni di contesto, caratterizzata da una Pa con il freno a mano tirato: ad una alta e poco efficace spesa pubblica si associa ad una elevata pressione fiscale e burocratica. Alla luce di queste criticità, il Rapporto esamina la ragnatela della politica fiscale e valuta le tendenze di finanza pubblica determinate dalla manovra di bilancio.
In apertura il Rapporto propone la scheda con i numeri chiave delle piccole imprese e dell’artigianato italiano e alla fine, dopo i riferimenti e le fonti dati, sono elencati i Rapporti annuali, i 26 report periodici di approfondimento pubblicati dallo scoppio della pandemia e i key data dell’Ufficio Studi e degli Osservatori in rete, corredati dall’elenco delle pubblicazioni dell’Ufficio Studi degli ultimi dodici mesi.
In allegato anche i key data e di seguito l’Indice del 18° Rapporto
INTELLIGENZA ARTIGIANA, LA SFIDA DELL’IA - INDICE DEL 18° RAPPORTO ANNUALE DI CONFARTIGIANATO
PRESENTAZIONE di Vincenzo Mamoli – INTRODUZIONE di Giulio Sapelli
IMPRESE ED ECONOMIA TRA INFLAZIONE E STRETTA MONETARIA. La congiuntura a fine 2023 - La frenata dei giganti in Europa e Asia e le ricadute sui territori del made in Italy - Il trascinamento degli effetti dello shock energetico - L’impatto del caro-tassi e la frenata degli investimenti - La ripresa del mercato del lavoro e il costo della difficoltà di reperimento - I fattori che influiscono sulla scarsità di manodopera - Le misure adottate dalle imprese - Il costo del mismatch per le MPI
LE SFIDE DELLE TRANSIZIONI. La forza delle micro e piccole imprese - Sboom demografico e il ‘grande spreco’ dei giovani inattivi - Box/Habitat per imprese e lavoro dei giovani: l’Indice Confartigianato dei territori youth-friendly - Automazione e IA
INDICE CONFARTIGIANATO IMPRESE SOSTENIBILI. L’orientamento alla sostenibilità delle MPI a vocazione artigiana - Box/Imprese sostenibili, la tassonomia dell’Istat - Sostenibilità e biodiversità nel DNA delle piccole imprese: alcuni key data - L’Indice Confartigianato Imprese Sostenibili: la metodologia - I risultati dell’Indice Confartigianato Imprese Sostenibili
CONTESTI DIFFICILI. Una Pa con il freno a mano tirato - La ragnatela della politica fiscale del 2024 - I tratti della manovra di bilancio 2024-2026
Report 'Le tendenze del settore Moda nell’estate 2023: alcune evidenze'
L’Italia è la prima economia della moda europea, e nell’estate del 2023 il trend del settore è caratterizzato da una frenata della ripresa di produzione ed esportazioni, mentre il calo del potere di acquisto delle famiglie fa ristagnare le vendite al dettaglio. Mentre si attenuano le tensioni su costi e prezzi, si registra una crescita della domanda di lavoro, seppure caratterizzata da una diffusa difficoltà di reperimento di personale specializzato.
L’analisi settoriale è delineata nel report ‘Le tendenze del settore Moda nell’estate 2023: alcune evidenze’.
Appendice statistica ‘Made in Italy in Germania per regione e provincia e settore’
Appendice statistica ‘Made in Italy in Germania per regione e provincia e settore’.
Ad aprile 2023 il valore dell’export verso la Germania scende dell’8,7% rispetto un anno prima, entrando in territorio negativo dopo quasi tre anni di crescita. Nei primi quattro mesi del 2023 il valore dell’export sul mercato tedesco è a crescita zero, nonostante l’aumento dei prezzi all’esportazioni, spinto dal caro commodity e dalla crisi energetica. Il volume delle esportazioni verso la Germania, nei primi tre mesi del 2023, scende del 4,8%, risultando più pesante del calo dell’1% dell’export verso l’Eurozona. La flessione dell’export verso la Germania manifesta conseguenze diffuse, seppur differenziate, sulla manifattura dei territori italiani.
L'export in Germania del territorio – L’analisi dei dati territoriali evidenzia che il grado di esposizione sul mercato tedesco è più elevato in Veneto dove l’export degli ultimi dodici mesi a marzo 2023 è pari all'8,1% del valore aggiunto regionale (seconda regione per valore assoluto export in Germania, pari a 11.156 milioni di euro). Seguono, con valori superiori rispetto alla media nazionale del 4,9%, Friuli-Venezia Giulia con l’8,0%, Emilia-Romagna (terza regione per valore assoluto con 10.344 milioni di euro) con 7,5%, Piemonte (quarta regione per valore assoluto con 8.578 milioni di euro) con 7,5%, Trentino-Alto Adige con 6,6%, Lombardia con 6,2% (prima regione per valore assoluto con 20.868 milioni), Marche con 6,1%, Umbria con 5,9%, Abruzzo con 5,7% e Basilicata con 5,2%.
In chiave provinciale l’esposizione sul mercato tedesco più elevata si registra ad Ascoli Piceno dove le esportazioni in Germania valgono il 18,0% del valore aggiunto provinciale (prima provincia italiana per export farmaceutico sul mercato tedesco); seguono con un incidenza in doppia cifra, Terni con 14,4%, Chieti con 13,0%, Mantova con 12,8%, Lecco con 12,0%, Brescia con 11,9%, Reggio nell'Emilia con 11,2%, Vicenza con 11,1%, Bergamo con 10,9%, Cremona con 10,8%, Arezzo con 10,7%, Novara con 10,2%. L’incidenza è elevata anche a Verona con 9,9%, Piacenza con 9,8%, Vercelli con 9,6%, Treviso con 9,5%, Modena, Pordenone e Udine con 9,3% e Frosinone con 8,8%.
Per valore assoluto, le maggiori province esportatrici di prodotti manifatturieri in Germania sono Brescia con 4.380 milioni di euro negli ultimi dodici mesi a marzo 2023, Torino con 4.207 milioni, Milano con 4.189 milioni, Bergamo con 3.509 milioni, Vicenza con 2.862 milioni, Verona con 2.667 milioni, Treviso con 2.412 milioni, Bologna con 2.320 milioni, Roma con 2.227 milioni, Modena con 2.136 milioni, Reggio nell'Emilia con 1.879 milioni, Bolzano con 1.822 milioni, Padova con 1.784 milioni, Monza e della Brianza con 1.626 milioni, Varese con 1.560 milioni, Mantova con 1.429 milioni, Cuneo con 1.350 milioni, Udine con 1.318 milioni, Parma con 1.298 milioni e Firenze con 1.291 milioni.
I casi con trend export in territorio negativo - Tra le dieci regioni esposte sopra alle media, l’export al I trimestre 2023 rimane in crescita su base annua in 7 regioni mentre in 3 casi segna una flessione. Tra le 46 province esposte sopra alla media, in 30 casi il trend dell'export nel primo quarto del 2023 rimane positivo mentre è in negativo in 16 province.
I dati delle esportazioni in Germania per territorio e comparto nell’allegata Appendice statistica.
‘Imprese nell’Età del chilowatt-oro’ - 17° Rapporto per Assemblea 22 novembre 2022
‘Imprese nell’Età del chilowatt-oro’, 17° Rapporto annuale presentato all’Assemblea di Confartigianato tenuta a Roma il 22 novembre 2022, in cui alla relazione del Presidente Marco Granelli, è seguito l’intervento del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Al centro del Rapporto i temi legati alla crisi energetica in corso, con una disamina delle tendenze dei prezzi delle commodities, delle ricadute sui costi delle micro e piccole imprese, una analisi del mercato del gas . Il Rapporto esamina le tendenze della congiuntura, del commercio estero e del quadro macroeconomico, mettendo in luce i caratteri di resilienza tra pandemia e ripresa dell’economia italiana, caratterizzata da una maggiore presenza di micro e piccole imprese, tra cui il ruolo trainante dell’edilizia nella ripresa post Covid-19. Il lavoro propone una analisi sull’ economia delle aree costiere su quella della montagna, per entrambe le quali l’Italia si colloca al 1° posto in Ue, con un’alta vocazione dei territori alla micro e piccole imprese e all’artigianato. Inoltre, nel Rapporto sono proposte le tendenze del mercato del lavoro e di quello del credito, oltre ad un esame di alcuni dei cambiamenti in essere che interessano le imprese sul fronte della globalizzazione, delle transizione digitale ed energetica. Nel capitolo conclusivo sono esaminate le opzioni di politica economica in campo in questa turbolenta crisi energetica, amplificata dalla guerra in Ucraina: la stretta monetaria, i vincoli della politica di bilancio tra elevati livelli di pressione fiscale, spesa e debito pubblico che si associano a una bassa qualità dei servizi della Pa e all'insufficiente dinamismo di investimenti pubblici per ridurre i rischi del climate change.
In apertura il Rapporto propone la scheda con i numeri chiave delle piccole imprese e dell’artigianato italiano e alla fine, dopo i riferimenti e le fonti dati, sono elencati i Rapporti annuali, i 22 report periodici di approfondimento pubblicati dallo scoppio della pandemia e i key data dell’Ufficio Studi e degli Osservatori in rete, corredati dall’elenco delle pubblicazioni dell’Ufficio Studi degli ultimi dodici mesi.
In allegato anche i key data del Rapporto
A seguire l’Indice del Rapporto
IMPRESE NELL’ETÀ DEL CHILOWATT-ORO – 17° Rapporto annuale
PRESENTAZIONE di Vincenzo Mamoli - INTRODUZIONE di Giulio Sapelli
IMPRESE NELL’ETÀ DEL CHILOWATT-ORO. Le tendenze della congiuntura d’autunno - Ripresa dell’economia e punti di forza delle piccole imprese - Piccole imprese, artigianato e leadership europea dell’economia del mare e della montagna - Commercio estero, tra ‘gioie’ dell’export di MPI e ‘dolori’ della bolletta energetica - La locomotiva dell’edilizia - Prezzi di guerra e piccole imprese a rischio - Il peso dell’iperinflazione energetica - Gas economy - Il lavoro, tra crisi degli indipendenti, il traino delle piccole imprese e i ritardi strutturali - Le tendenze del mercato del credito e gli effetti del caro tassi - Non solo energia: le emergenze acqua, cibo e lavoro
IMPRESE IN TRANSIZIONE. La turbo-globalizzazione è entrata in quarantena? - Piccole imprese sulla nuvola - I segnali della produttività - Economia circolare ad alta vocazione di micro e piccola impresa - Dieci paradossi e dilemmi della transizione energetica
LE SFIDE PER LE POLITICHE ECONOMICHE. La politica monetaria deflazionistica - Il difficile percorso della politica di bilancio - Il nodo della pressione fiscale - Il vincolo del debito pubblico - Qualità dei servizi, spesa pubblica e pressione fiscale - Investimenti pubblici per ridurre i rischi del climate change
Report intermedio ‘Un autunno difficile per economia, imprese e governance fiscale’
Report intermedio ‘Un autunno difficile per economia, imprese e governance fiscale’ con le ultime e tendenze della congiuntura, del quadro macroeconomico e di finanza pubblica in vista della manovra di fine anno, che aggiorna e integra il 21° report presentato lo scorso 19 settembre.
Al centro del report i segnali di rallentamento dell'economia, su cui domina l’escalation dei prezzi dell’energia e la straordinaria dilatazione della bolletta energetica. Ad agosto 2022 i prezzi all’importazione di petrolio e gas salgono del 132,3% (dal +101,8% di luglio), portando il valore delle importazioni di energia a 119,4 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi; gli acquisti di energia dall’estero sono pari a 2.023 euro all’anno per abitante. Nell’arco dell’ultimo anno l’import di energia si è dilatato di 77,9 miliardi di euro, segnando un aumento addirittura del 187,6% rispetto a dodici mesi precedenti. La bolletta energetica - il differenziale tra import ed export di energia - sale a 93,8 miliardi di euro su base annua, raggiungendo un ulteriore massimo del 4,9% del PIL. La bolletta è peggiorata di 2,5 punti di PIL dopo l’invasione dell’Ucraina e di 3,2 punti nell’arco di dodici mesi.
L'alta dipendenza dal gas nella generazione elettrica delinea maggiori aumenti delle bollette dell’elettricità per i consumatori italiani. Dal confronto su dati Eurostat pubblicato nel report, emerge che a settembre i prezzi dell'energia elettrica in Italia salgono del 103,4% rispetto a dodici mesi prima, a fronte del +20,9% della Germania e del +10,6% della Francia; l’aumento in Italia è di 63,8 punti superiore alla media dell’Eurozona.
Sul mercato del lavoro il report intermedio dell’Ufficio Studi evidenzia la fase di resilienza nell’estate, mentre in autunno appaiono deteriorarsi le previsioni della domanda di lavoro. Le previsioni di assunzioni delle imprese tra ottobre e dicembre 2022 monitorate da Unioncamere-Anpal sono in flessione del 10,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, con una marcata accentuazione nella manifattura, dove domina l’incertezza dell’evoluzione dei costi energetici. Rimane diffusa la difficoltà di reperimento del personale, che ad ottobre arriva al 53,4% delle assunzioni previste di operai specializzati. Dopo quasi due anni di crescita, da giugno 2022 il tasso di crescita delle imprese attive entra in territorio negativo, con una accentuazione a luglio ed agosto 2022.
Il report, inoltre, esamina le tendenze del made in Italy e, in vista della manovra 2023, le tendenze aggiornate di finanza pubblica. Inoltre, il lavoro propone due focus, uno sulle costruzioni, settore trainante la ripresa post- pandemia, e uno sul lavoro indipendente femminile. Quest’ultimo approfondimento, con alcune anticipazioni del report, è stato presentato in anteprima dall'Ufficio Studi nel corso dell’assemblea di Donne Impresa Confartigianato del 20 ottobre 2022.
report ‘Ultime tendenze del made in Italy: prodotti e mercati’
Report ‘Ultime tendenze del made in Italy: prodotti e mercati’, con un focus dedicato all'export delle provincie di Prato e Pistoia, presentato dall’Ufficio Studi di Confartigianato il 12 luglio 2022 nel corso di un webinar organizzato dalla Camera di Commercio di Pistoia e Prato, in collaborazione con l’Ufficio internazionalizzazione Confartigianato Imprese Prato.
La manifattura italiana sta affrontando l'estate 2022 in un contesto di forte turbolenza, caratterizzato da quattro differenti gravi emergenze - alimentare, idrica, energetica e del lavoro – che seguono altre criticità manifestate negli ultimi 27 mesi, in primis quella sanitaria, seguita dalla crisi delle materie prime, dalle strozzature nelle catene globali del valore, tra cui la grave carenza di offerta di semiconduttori, e dalla frenata della Cina. Sulle emergenze in atto e sulle politiche per affrontarle, facendo leva sui punti di forza delle piccole imprese, è intervenuto il Presidente Marco Granelli su Il Foglio. Sulle imprese del made in Italy gravano gli ostacoli derivanti dall’allungamento dei tempi di consegna e della scarsità di materiali, fenomeno più marcato nei settori dei macchinari e delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Nonostante tutto, le imprese italiane appaiono rafforzare le proprie posizioni sui mercati globali. Il confronto internazionale sull’andamento delle esportazioni evidenzia che nel 2022 il valore delle vendite all’estero delle imprese italiane risulta del 14,4% superiore ai livelli pre-crisi, un recupero di intensità doppia a rispetto al +7,2% registrato dalla Germania, maggiore paese manifatturiero nell’Ue a 27, e ampiamente superiore al +2,5% della Francia.
I settori che recuperano i volumi pre-pandemia - La crescita dei prezzi alla produzione, in un contesto caratterizzato dalla trasmissione sulle filiere produttive di forti tensioni inflazionistiche, sta gonfiando il valore delle esportazioni. A tal fine il report dell’Ufficio Studi ha esaminato le tendenze dei volumi esportati. L’analisi degli indici forniti dall'Istat evidenzia che negli ultimi dodici mesi a marzo 2022, in 14 settori si registra un recupero dei volumi esportati nell'anno pre-pandemia, il 2019: nel dettaglio si tratta di altri mezzi trasporto (+20,5%), altri mezzi trasporto (20,5%), bevande (12%), alimentari (10,3%), computer ed elettronica (8,9%), mobili (8,4%), vetro, ceramica, cemento,… (7,6%), prodotti chimici (7,1%), farmaceutici (6,5%), app. elettriche (3,5%), altre manifatturiere (2,9%), carta (2,4%), metallurgia (1,4%), prodotti metallo (1,1%) e legno, con volumi identici a quelli del 2019. In ritardo il recupero per prodotti raffinati (-3,1%), gomma e materie plastiche (-3,9%), tessile (-5,6%), macchinari (-6,3%), autoveicoli (-6,9%), pelle (-9,6%), abbigliamento (-11,6%).
I mercati di destinazione del made in Italy - Nei primi quattro mesi del 2022 il mercato più dinamico risulta quello degli Stati Uniti, con l’export che segna una crescita tendenziale del +29,9% - sostenuta dal progressivo apprezzamento del dollaro contro l’euro, con un tasso di cambio al 12 luglio ormai prossimo alla parità - seguito da Spagna (+27,6%), Belgio (+26,9%) e Austria (+24,9%). I due maggiori paesi clienti del made in Italy, Germania e Francia, segnano rispettivamente una crescita del 17,1% e del 17,7%, valori inferiori alla media dell’export (+20,7%), mentre è in controtendenza la Cina, con un calo del 3%, e la Russia.
Invasione dell’Ucraina e il calo dell’export in Russia – Nei primi quattro mesi del 2022 l’export verso la Russia, che segna una caduta del 19,3% rispetto all’anno precedente, conseguentemente allo scoppio della guerra in Ucraina e alle sanzioni dell’Ue. Nei primi sei comparti, dove si addensa oltre i tre quarti (76,7%) del made in Italy in Russia, le flessioni più marcate si osservano per macchinari e apparecchi (-26%), prodotti delle altre attività manifatturiere (-22%), moda - prodotti tessili e dell'abbigliamento, pelli e accessori (-21,8%), prodotti chimici (-16,6%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-13,8%), mentre, in conseguenza del forte aumento dei prezzi, il comparto dei metalli di base e prodotti in metallo segna un aumento (+5,0%).
Le imprese - La buona performance della manifattura italiana, risultante dagli indicatori di produzione e di vendite all'estero si associa ad una crescente efficienza delle imprese: tra il 2021 e il 2019, infatti, la produttività, misurata dal valore aggiunto a prezzi costanti per ora lavorata, cresce del 2,5% un ritmo doppio del totale economia (+1,1%). La maggiore propensione a creare valore coinvolge anche le 232 mila imprese artigiane manifatturiere, che danno lavoro a 899 mila addetti, pari al 23,9% dell’occupazione del settore e il 5,2% dell’occupazione delle imprese in tutti i settori. Nell’ Appendice statistica ‘Imprese e artigianato Manifattura nel territorio’ il quadro per regione e provincia, delle imprese artigiane e totale imprese della manifattura e relativi addetti.
Report 'Le tendenze della Moda: le ultime evidenze - estate 2022'
Il report di Confartigianato ‘Le tendenze della Moda: le ultime evidenze – estate 2022’ esamina la fase di recupero del tessile, abbigliamento, calzature e pelli mediante l’analisi degli indicatori congiunturali chiave. Nel dettaglio nei primi quattro mesi 2022 la produzione del settore cresce dell'11,2% in un anno e va meglio sia rispetto al +2,0% del Manifatturiero sia al +8,2% del settore nella media Ue a 27. Nel 2022 la produzione del settore – media degli ultimi 12 mesi terminanti ad aprile 2022 – rimane del 18,4% sotto il livello pre-crisi del 2019. Per quanto riguarda le esportazioni, nei primi quattro mesi del 2022 le vendite della Moda crescono del 20,1% in un anno, in linea con il +20,4% del Manifatturiero e rappresentandone il 10,7% dell'aumento assoluto annuale, mentre il dato annualizzato ad aprile 2022 vede la Moda superare del +1,4% il valore del 2019, la peggior performance tra i comparti, mentre per il Manifatturiero le vendite all'estero superano del 13,6% il livello del 2019. Sul ritardo stanno pesa il calo dell’export in Russia. La buone performance dell’export in valore sottende un dinamismo anche in volume, a fronte di una dinamica meno accentuata dei prezzi alla produzione. Sui mercati internazionali, a maggio 2022 il prezzo del cotone, valutato in euro raddoppia in un anno, avvicinandosi al massimo storico di marzo 2011. Sempre sul fronte degli scambi lungo le filiere globali, va segnata una crescente difficoltà per le imprese della moda determinata dalla insufficienza dei materiali, più accentuata nel Tessile. Inoltre, il costo dei container per trasporti via mare a giugno del 2022 è più che quadruplicato rispetto a due anni prima.
Nonostante le criticità nell’arco degli ultimi due anni, la Moda lamenta una cronica mancanza di lavoratori soprattutto specializzati: a giugno 2022 le imprese segnalano difficoltà di reperimento di operai specializzati della Moda per il 44,3% delle entrate previste, di oltre cinque punti superiore al 39,2% del totale entrate.
Come già evidenziato nella nostra precedente analisi le tensioni sui prezzi delle materie prime soprattutto energetiche e le pressioni inflazionistiche stanno intaccando i bilanci familiari e potrebbero far diminuire la spesa in prodotti della moda, già pesantemente colpiti dalla recessione da Covid-19, rallentando così il recupero del comparto. Nei primi quattro mesi del 2022 le vendite al dettaglio dei prodotti moda sono in recupero del 17% rispetto, ma persiste un ritardo del 5,8% delle vendite degli ultimi dodici mesi ad aprile 2022 rispetto a quelle del 2019 per calzature, articoli in pelle e da viaggio e del 5,1% per i prodotti di abbigliamento.
Il made in Italy della Moda nel territorio - Gli ultimi dati disponibili relativi al valore annualizzato del I trimestre 2022 indicano che tra le principali regioni - ognuna con oltre l'1% dell'export della Moda - recuperano il livello del 2019 il Lazio del 37,7%, seguito a distanza dalla Lombardia con l'8,0%, dal Veneto con il +2,5%, dalla Puglia con il +0,2% e la Toscana è sostanzialmente stabile: in queste cinque regioni si concentra quasi poco meno di tre quarti (73,7%) dell'export Moda. Tra le principali province sono dieci a superare il livello del 2019 e concentrano la metà esatta (50,0%) delle vendite all'estero del settore: Varese (+32,2%), Roma (+24,4%), Verona (+22,2%), Milano (+19,8%), Vercelli (+13,3%), Bergamo (+9,4%), Padova (+7,6%), Modena (+4,6%), Firenze (+3,9%) e Prato (+2,9%).
Per ulteriore approfondimento, il precedente report sul settore: Elaborazione Flash 'Il ritardo della ripresa della Moda italiana, un fattore di crisi europeo': qui per scaricarlo.